Roberta Soldati, UDC
Il prossimo 30 ottobre saremo chiamati a esprimerci sul principio costituzionale a sapere se vogliamo sostituire le attuali 16 autorità di protezione (ARP) con 4 nuove Preture di protezione; ossia passare da un sistema amministrativo, attualmente in vigore, a uno giudiziario. Sotto questo aspetto la Corte europea dei diritti dell'uomo ha condannato il nostro Cantone, poiché la possibilità di adire un tribunale civile significa avere una garanzia minima sull'organizzazione, sulla composizione e sulla procedura, che costituiscono il diritto di ciascuno di avere un processo equo.
L'attuale organizzazione delle ARP ha dimostrato tutti i suoi limiti e criticità. Gli utenti sono infatti spesso confrontati con prassi eterogenee ingiustificate, a volte discutibili e con tempistiche bibliche. Credo che sia ora e tempo di creare ordine, ma soprattutto dare delle risposte, poiché determinati temi attribuititi alle ARP necessitano decisioni celeri e puntuali. Penso ad esempio alla regolamentazione dei diritti di visita fra genitori non affidatari e i loro figli, in particolare laddove il conflitto fra i genitori è acceso e a volte incancrenito; oppure alla nomina di curatori con conoscenze adeguate a tutela di persone fragili o che si trovano in un momento di difficoltà nella loro vita. La sicurezza del diritto impone che su tutto il territorio cantonale, la popolazione venga trattata con prassi univoche, anche in caso di cambiamento di domicilio. Di conseguenza il voto del prossimo 30 ottobre sarà un importante segnale che le cittadine e i cittadini daranno alla politica di voler procedere con la riforma secondo precise istruzioni. Votiamo dunque un convinto SI alla revisione delle ARP, ma per fare questo dobbiamo incominciare a modificare la costituzione del Cantone Ticino!