Gianfranco Scardamaglia, coordinatore del Movimento Papageno (associazione non sovvenzionata dallo Stato)
Capita sovente che madri, magari consigliate dai loro avvocati o da terze persone, denunciano penalmente i mariti o compagni. Le denunce più gettonate: abuso d’impianti di telecomunicazione (telefono), minacce, violenze domestiche e percosse, violenza carnale, coazione e, dulcis in fundo, abusi sessuali su se stesse e/o sui figli (solitamente in età scolare o puberale). Scopo finale: colpire e danneggiare gli ex, crearsi vantaggi per la causa civile di separazione e divorzio, ma, soprattutto, allontanare i padri dai loro figli (mobbing e alienazione genitoriali).
Denunce mendaci di violenza domestica
(1.) Una madre fa mettere sotto controllo il suo telefono e non risponde (volutamente) alle telefonate dell’ex marito o ex compagno che chiama per poter parlare coi figli. Preoccupato, chiama e richiama più volte. Scatta la denuncia e il padre viene condannato per abuso d’impianto di telecomunicazione per aver inquietato e importunato i membri del nucleo materno. (2.) Una madre si graffia da sola ed accusa il marito da cui vive separata d’esserne il colpevole; inoltre lo accusa pure di abusi sessuali sui due figli d’età inferiore ai 10 anni. La polizia, scava e accerta che è stata la donna a ferirsi da sola per incolpare il marito ed allontanarlo dai figli. Il padre, dopo mesi d’inchiesta, durante i quali non ha potuto incontrare i figli, viene scagionato e la madre condannata per denuncia mendace ad una multa di 200 fr! I figli ciononostante sono rimasti affidati alla madre! (3.) Un padre, rientrando dal lavoro, trova a casa la Polizia ad aspettarlo: la moglie lo ha denunciato per violenza carnale su se stessa e sui figli (sodomia). Rimane incarcerato per un mese e mezzo! Nel frattempo la madre si trasferisce altrove portando con sè i figli di 5 e 10 anni di età. Dopo anni di inchieste e perizie, il padre viene assolto e risarcito dallo Stato: lei ha messo in atto sui figli una gravissima alienazione genitoriale contro il padre, al tal punto che quest’ultimo da allora non riesce ad avere un rapporto coi figli i quali sono ancora convinti di aver subito gravi violenze dal papà. Lo rifiutano, nonostante sia stata accertata la sua totale innocenza. Gli specialisti coinvolti e il procuratore pubblico avevano chiesto insistentemente all’autorità preposta che i figli fossero tolti alla madre e, dopo un graduale percorso in istituto, affidati al padre. Ciononostante i figli sono sempre rimasti affidati alla madre alienante. La madre, è stata perseguita penalmente con richiesta di un anno di carcere da espiare, per aver violato il suo dovere d’educazione verso i figli minorenni e per averli esposti a pericoli per il loro sviluppo fisico e psichico (art 219 CPS, ma poi assolta grazie ad una perizia psichiatrica di una psichiatra (donna) attestante che la madre non era cosciente di quanto stesse facendo in quei momenti (4.) Una madre prende i due figli e parte per l’estero, denunciandolo nel contempo per maltrattamenti fisici e psicologici su di lei e i figli di 2 e 6 anni. Il padre è assolto. Da allora, la donna vive sempre all’estero assieme ai figli che continua ad educare e accudire. Pochi anni dopo, l’ennesima denuncia infamante: abusi sessuali sui suoi due figli di 5 e 9 anni, durante una settimana di vacanza col padre. Durante l’inchiesta penale di 1 anno e mezzo, il padre non ha più avuto contatti coi figli, fino all’assoluzione del procuratore pubblico.
Falsi reati, vere denunce e violenze psichiche su padri e figli.
Ora, alla luce di quanto sopra descritto, appare evidente che tali infamanti false denunce non possono e non devono rimanere impunite. Il padre non può continuare ad essere sempre trattato da “presunto colpevole” e la madre da “presunta vittima innocente”. Questa strumentalizzazione è un oltraggio alle reali violenze domestiche in famiglia e porta ad un inaccettabile dispendio di tempo e di costi, che impediscono alle autorità competenti di dedicarsi in modo ottimale al perseguimento dei reali reati. Nella pratica, purtroppo questa prassi di denunce mendaci contro tanti padri innocenti proseguono imperterrite. Queste madri restano impunite o punite in modo del tutto inadeguato, ed addirittura le si autorizza a continuare ad “educare e accudire” i figli, come se non avessero fatto nulla di grave. I figli sono privati per lunghi mesi dei padri, presunti colpevoli. Invece, alle madri, colpevoli, vengono lasciati in affidamento i figli, senza che qualcuna delle autorità preposte muova un solo dito per porre fine all’opera di devastazione psico-fisico-sociale e spirituale di questi fanciulli, innocenti ed indifesi.