Giovanni Albertini, Avanti con Ticino&Lavoro
Viviamo sempre più in una società individualista, in cui, molte persone tendono a isolarsi, anche perché le soluzioni abitative presenti sul nostro territorio sono standardizzate e non guardano, o meglio forse non osano guardare, al futuro.
Una soluzione innovativa che risponde alle necessità non solo del singolo, ma di una comunità e dell’ambiente che la circonda è sicuramente rappresentata dalla cooperativa d’abitazione.
Questa dà risposte differenti a vari bisogni, di ampie fasce sociali, promuovendo la realizzazione di abitazioni a pigione moderata, senza barriere architettoniche, ecologicamente sostenibili, intergenerazionali e non impattanti dal punto di vista ambientale ( basti pensare per esempio all’opportunità di adottare il Car Sharing come contributo alla riduzione del traffico). Un nuovo concetto di abitare insomma, che non ha al centro la semplice transazione economica o un contratto d’affitto, ma che pone l’accento anche su tutto ciò che ruota attorno al vivere in una casa, in un condominio, in un vicinato. Si crea in questo modo un ecosistema abitativo capace di ottimizzare le risorse. La co-residenza, soprattutto dopo la pandemia, potrebbe essere la risposta al desiderio di ritrovare il fattore aggregativo, di aiuto reciproco, di promozione della responsabilità sociale, della solidarietà, del buon vicinato e contemporaneamente una soluzione per ridurre i costi di gestione delle attività quotidiane. Oltralpe questo concetto abitativo è già una realtà ed è molto apprezzato da tutti, ma qui in Ticino? Penso che questa nuova concezione dell’offerta dell’alloggio possa rappresentare per i nostri giovani e per il nostro Cantone un obiettivo da perseguire per invertire la rotta e dare una risposta chiara e costruttiva dell’abitare giovane e a basso costo.