Roberta Soldati, deputata UDC in Gran Consiglio
Una palla di neve che rotolando si trasforma in una valanga. Il prossimo 9 giugno non andremo semplicemente a votare sul credito di Fr. 76mio riferito all’acquisto del Palazzo EFG e per quello inerente la progettazione della sua ristrutturazione, per un totale di oltre Fr. 82 mio, ma daremo automaticamente anche il nostro consenso, a tutta una serie di crediti successivi legati in cascata l’uno all’altro. Nel progetto d’insieme sono infatti già previsti ulteriori Fr. 55mio per la ristrutturazione dello stesso Palazzo EFG, poiché avendo 40 anni, esso necessita di importanti lavori di manutenzione e messa a norma (nella speranza che non si trovi dell’amianto, poiché in questo caso i milioni lieviteranno!). Se non ci saranno ricorsi e tutto filerà liscio, lo stabile sarà pronto ad ospitare il Tribunale d’appello, la Pretura e altre autorità giudiziarie e amministrative solo nel 2033 (fra circa 10 anni!). A questo punto verranno spesi altri Fr. 5 mio per la ristrutturazione dello stabile di Via Bossi, attuale sede delle Preture e nel 2036 (sempre se tutto filerà liscio) vi si traferirà transitoriamente il Ministero Pubblico, ora sito presso il decadente Palazzo di Giustizia di Via Pretorio. Solo nel 2036 (!) inizieranno i lavori di ristrutturazione di questo palazzo, i cui costi, ad oggi, sono quantificati in circa Fr. 83mio, ma che nessuno mette in dubbio che fra oltre 10 anni, essi saranno lievitati come minimo a Fr. 150mio. A conti fatti tutta l’operazione costerà complessivamente oltre Fr. 300 mio e tutto l’iter non sarà completato prima del 2040.
Falso dunque credere che con l’acquisto del Palazzo EFG si risolveranno immediatamente i problemi logistici della giustizia, anche perché, come detto, il Ministero pubblico continuerà ad operare per altri 10 anni nell’attuale sede precaria e fatiscente. Questo immobile va invece ristrutturato ora!
Falso credere che il progetto “Justizia 4.0”, che prevede la digitalizzazione degli incarti possa essere implementato secondo le scadenze previste dalla Confederazione, ossia 2027/2028. Negli accordi presi, la banca avrà il diritto di occupare il Palazzo EFG ancora per 2 anni; ciò significa che questa scadenza non potrà comunque essere rispettata. Le autorità giudiziarie e i cittadini dovranno ancora attendere anni prima di vedere implementare la digitalizzazione.
Fermiamo questa valanga di milioni prima sia troppo tardi! I cittadini devono dare un segnale alla politica, che deve ripensare tutta l’impostazione dell’operazione attivandosi celermente per trovare un Piano B e C, se necessario. Volere è potere, poiché essere oculati nella gestione del denaro pubblico non significa essere contro la giustizia e osteggiare gli investimenti.