Diverse agenzie di pompe funebri hanno optato per la corsa all'acquisto per delle morti che poi non ci sono state
Il produttore: «Ordini raddoppiati, ma secondo me hanno esagerato», chi non l'ha fatto: «Speculazione poco seria»
BERNA - Durante l'epidemia di coronavirus c'è chi ha fatto scorta di mascherine e disinfettante per le mani, e chi... di bare. È successo a diversi impresari di pompe funebri svizzeri che - preparandosi all'arrivo del virus - hanno speculato facendo scorta di feretri, in alcuni casi in maniera eccessiva. Ne danno notizia la SRF e 20 Minuten che parlano di magazzini stipati in diverse agenzie funebri.
Preso come modello l'Italia, i nostri becchini non sapevano davvero cosa aspettarsi: dieci, cento, mille morti? «In questi momenti d'emergenza non è che si possa rischiare di restare senza materiale», ha spiegato all'emittente Kurt Dänzer di un'agenzia di Düdingen (FR), «io adesso ho il magazzino pieno, ci saranno un centinaio di bare, e di solito ce ne stanno una sessantina».
Ma c'è chi è messo pure peggio, come l'impresario solettese Kevin Hguenin che ad aprile aveva dichiarato al quotidiano di aver ordinato una quantità extra di feretri, 400: «È una quantità decisamente fuori dall'ordinario, di solito in magazzino ne abbiamo più o meno 40».
Un disavanzo, questo, che... ingombra: «Dove le metteranno? Non lo so. Ci vuole una palestra per ospitarle tutte», commenta il produttore di bare bernese Beni Hochuli che ha visto il suo giro d'affari esplodere da un giorno all'altro, «all'inizio dell'emergenza gli ordini sono praticamente raddoppiati, so di aziende che ne hanno comprate a centinaia, secondo me hanno un po' esagerato».
Hochuli, che ha anche un'agenzia di pompe funebri, non ha voluto aumentare lo stock: «Ho la fortuna di potermele fare da me in caso di bisogno, quindi non ho pensato ad aumentare il magazzino». Ed è stata la scelta giusta: «Di morti da coronavirus alla fine ne abbiamo avute solo due, e francamente non mi aspettavo più di così».
Una decisione, quella del bernese, seguita anche da altri suoi colleghi del cantone che hanno deciso di non fare scorte preventivando uno scarso impatto del virus: «Gli imprenditori seri non fanno questo tipo di speculazioni», conferma a 20 Minuten un'azienda che ha preferito rimanere anonima.