Solo 50 km/h (o più) sulle strade principali, lo chiede una mozione domani al vaglio degli Stati. E che ha buone probabilità di farcela
BERNA - Una rivoluzione nel nome della mobilità lenta appena iniziata e che rischia già di trovarsi... i bastoni fra le ruote.
Stiamo parlando della nuova tendenza delle città, svizzere ma anche europee, di espandere i limiti 30 km/h sulle strade principali di tratti particolarmente nevralgici, per motivi di traffico, sicurezza o inquinamento fonico.
Proprio questa novità, ovvero quella che vede il 30 all'ora sconfinare dalle sue “zone”, non piace al consigliere nazionale lucernese Peter Schilliger che ha presentato una mozione che - in soldoni - ne vieta l'applicazione sulle strade principali.
“Garantire la gerarchia della rete stradale nei centri abitati e fuori”, questo il nome del testo che è già stato vidimato dal nazionale e proprio questo mercoledì 6 marzo finirà davanti ai “senatori” degli Stati in forte odore di sigillo, vuole «preservare la funzionalità della rete stradale» in opposizione alla «caotica diffusione in molti Comuni e città del limite dei 30 km/h nei centri abitati, anche su strade a prevalenza motorizzata».
Schilliger, in sé, non è contrario alle zone 30 e 20 ma queste devono essere limitate ai quartieri con funzione prettamente abitativa: «Le strade residenziali, invece, hanno la funzione di convogliamento del traffico nei quartieri abitativi e di servizio ai residenti; qui il limite può essere abbassato a 30 km/h, su richiesta degli abitanti interessati e delle autorità. Infine, nei quartieri residenziali possono anche essere giustificate le zone 30 e le zone d'incontro (20 km/h)», riporta la mozione.
La proposta, che ha già ottenuto il preavviso favorevole della commissione competente, verrà molto probabilmente approvata. Questo anche se il Consiglio federale si è schierato contro, chiedendo che venga respinta.
Se così dovesse essere, molte misure al vaglio in tutta la Svizzera rischierebbero di diventare “illegali” cancellando decisioni prese dagli organi locali competenti, comunque nel rispetto delle normative vigenti a livello federale.
In questo senso, riporta la BernerZeitung, la frustrazione è molta in tutte quelle città svizzere che hanno impostato strategie pluriennali proprio sul concetto di mobilità lenta.
In Ticino, chi si stava preparando a “tirare il freno” c'è la Città di Lugano, con una decisione già presa lo scorso luglio, con qualche spiraglio anche in quel di Bellinzona. Locarno, invece, è stato il primo centro ad abbracciare a largo spettro questa filosofia. Senza contare i numerosi comuni più piccoli che, in alcune aree nevralgiche, hanno deciso di ridurre la velocità.
A novembre dello scorso anno, l'Uffcio prevenzione infortuni (Upi) della Confederazione aveva proposto una «riduzione sistematica della velocità massima da 50 a 30 km/h all'interno delle località» per far diminuire «di almeno un terzo il numero degli incidenti gravi».