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SVIZZERAOrdinanza sui trapianti di organi ben accolta in consultazione

22.08.24 - 10:35
Vengono però criticati gli iter troppo complicati.
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Fonte ats
Ordinanza sui trapianti di organi ben accolta in consultazione
Vengono però criticati gli iter troppo complicati.

BERNA - La bozza di ordinanza concernente il trapianto di organi, tessuti e cellule umani, con cui il Consiglio federale intende attuare il modello del consenso presunto per la donazione di organi approvato alle urne nel maggio 2022, in linea di principio viene accolta positivamente da partiti e organizzazioni consultate. Vengono però criticati gli iter troppo complicati e i possibili ritardi dovuti al collegamento al mezzo di identificazione elettronica (ID-e), che dovrebbe essere introdotto solo nel 2026.

Il modello del consenso presunto prevede che chiunque non si opporrà esplicitamente al prelievo degli organi sarà automaticamente considerato un donatore; i parenti possono tuttavia ancora impedirlo. Attualmente vale invece il contrario: è necessario il beneplacito dell'interessato (o dei famigliari) per dare il via libera all'espianto.

Nell'ambito della procedura di consultazione conclusasi oggi, l'Accademia svizzera delle scienze mediche (ASSM) denuncia che le procedure per chiarire la volontà di donazione nell'ordinanza del Consiglio federale sono troppo complicate e presentano diverse ambiguità. Inoltre l'obbligo degli ospedali di contattare i parenti prossimi conosciuti e contattabili è formulato in modo troppo ampio: ciò comporterebbe un carico di lavoro eccessivo per i nosocomi.

Protezione dei dati e informazione

Da parte sua, l'Unione democratica di centro (UDC) insiste sul fatto che il registro in cui devono iscriversi le persone che non desiderano donare i propri organi deve "soddisfare i più alti standard di protezione dei dati". Il partito chiede inoltre che l'identificazione nel registro sia possibile utilizzando un passaporto o un documento d'identità fisico oltre all'ID-e.

Secondo il partito, tuttavia, il punto centrale nell'attuazione dev'essere l'obbligo di informazione da parte delle autorità e degli esperti: la popolazione deve essere informata attivamente sulla possibilità di opporsi e deve poter ricevere assistenza per la registrazione. In caso di manifestazione di volontà non chiara, anche i famigliari vanno informati in modo dettagliato.

L'informazione della popolazione è considerata importante anche dal Partito socialista (PS), che chiede che il Consiglio federale sia esplicitamente obbligato nell'ordinanza a realizzare una campagna di informazione di modo che la maggior parte delle persone sia motivata a registrare la propria volontà.

Chiesta soluzione transitoria prima di ID-e

Il direttore di Swisstransplant, Franz Immer, parlando stamani alla trasmissione "Heute Morgen" di Radio SRF, ha dichiarato di temere che collegare la dichiarazione di obiezione all'ID-e potrebbe portare a un ritardo nell'attuazione della volontà popolare. Ciò è difficile per i pazienti interessati.

Nella sua risposta alla consultazione, il PS chiede quindi una soluzione transitoria: ciò consentirebbe alle persone di registrarsi prima nel Registro delle donazioni di organi e di tessuti.

Ancor più chiaro su questo punto è il Partito liberale radicale (PLR): è incomprensibile che siano previsti ulteriori ostacoli collegando il registro a una futura ID-e. Chiede quindi anch'esso che si possano utilizzare elementi di identificazione alternativi fino a quando l'ID-e non sarà disponibile.

Pure la Chiesa evangelica riformata in Svizzera (CERS) teme che i problemi legati all'introduzione dell'ID-e possano avere "effetti negativi imminenti" sulla distribuzione degli organi. La CERS ritiene inoltre inaccettabile che l'ordinanza consenta di avviare le misure preparatorie per il prelievo di organi prima del chiarimento definitivo di un'eventuale obiezione. Ciò contraddice il principio di beneficenza e non maleficenza della persona morente o deceduta.

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