Una ragazza ginevrina vive per studi vicino alla sede del settimanale "Charlie Hebdo"
PARIGI/GINEVRA - “Ho l'impressione di vivere in un paese in guerra", spiega Julie (vero nome noto alla redazione), soffocata dall'emozione. La studente originaria di Ginevra non si sarebbe mai aspettata di affrontare un tale orrore, praticamente sotto le finestre di casa sua. La 30enne, che frequenta il Cours Florent, un corso professionale di cinema a Parigi, vive nell’undicesimo arrondissement, a pochi minuti dalla sede di "Charlie Hebdo".
Quel fatidico mercoledì, la giovane donna era nel suo appartamento quando ha sentito le urla e le sirene della Polizia."La zona era sotto sopra. Mi sono rinchiusa nel mio appartamento, e ho seguito costantemente le notizie in televisione", ha raccontato la svizzera, che è riluttante a raggiungere la casa di un amico, nella campagna parigina, per sfuggire qualche giorno al clima di tensione della capitale. E soprattutto, in queste ore in cui è in atto la ricerca della compagna di Coulibaly, che ancora non è stata trovata. "Non sappiamo le sue intenzioni, e questo non mi incoraggia a vivere normalmente".
La ragazza è tornata in classe giovedì sotto un regime di massima sicurezza messo in atto, mentre i due fratelli erano ancora in libertà. Controlli all'ingresso della scuola, cittadini fermati, divieti nel traffico, polizia e soldati in ogni angolo della strada. "La gente si guarda in modo strano. E la metropolitana e i bar sono completamente vuoti. È impressionante se si considera che Parigi è sempre affollata!”.
I sentimenti della ginevrina descrivono l'atmosfera nella zona, pesante con informazioni e disinformazione che si rincorrono continuamente."Ognuno ha le sue fonti; alcuni dicono che hanno canali privilegiati con la Polizia. Mi è stato detto anche qualcosa circa la bomba al Trocadero". Nonostante gli avvertimenti, Julie prenderà la metropolitana, non senza timore. "Penso che ci sia una psicosi da quando tutto è iniziato. Lo si vede sul viso e nel comportamento delle persone. Siamo tutti spaventati a morte", dice la giovane donna, che rimpiange la calma e la serenità della Svizzera. "Io amo Parigi, sono molto felice, ma quella sensazione di insicurezza permanente… È la prima volta che la sento, ed è molto difficile da gestire".
Nonostante i suoi timori, la ragazza si è unita al corteo dedicato ai giornalisti morti mercoledì. Una scelta che non sa se ripetere domenica, angosciata dalla possibilità di un nuovo attacco.