No a rendere pubblica la remunerazione ricevuta dagli assicuratori malattia. La commissione boccia la proposta del leghista Quadri
BERNA - Se i rappresentanti eletti siedono o hanno un mandato retribuito all'interno di una compagnia di assicurazione sanitaria devono renderlo noto: lo prevede la legge. Tutt’altro discorso, invece, per quanto riguarda il compenso ricevuto.
A settembre, il deputato leghista Lorenzo Quadri aveva chiesto al Consiglio federale di elaborare una proposta affinché i parlamentari membri di CdA o di organi direttivi di assicuratori malattia siano tenuti a rendere pubblica la remunerazione
La proposta è stata bocciata (13 voti contrari e 9 favorevoli) dalla Commissione per le istituzioni politiche del Consiglio nazionale. «È arbitrario prendere di mira solo i rappresentanti degli assicuratori malattia- è la motivazione - escludendo altri titolari di mandati nel campo della salute o i rappresentanti di aziende che ricevono sussidi dalla Confederazione».
Per Quadri, però, la scelta non è arbitraria poiché, riporta "20min",«a differenza di altre aziende, gli assicuratori malattia offrono un'assicurazione obbligatoria per legge».
Ciò non è bastato a convincere i colleghi, convinti che esistano già «regole di trasparenza che obbligano tutti i parlamentari a dichiarare le loro attività accessorie e a specificare se siano remunerate o meno».
All'inizio di dicembre, è stato presentato in Parlamento un altro intervento simile da parte di Liza Mazzone (Verdi). Il suo testo mira a obbligare i rappresentanti eletti a dichiarare almeno le fasce di reddito. Il testo non è ancora stato trattato dalle commissioni.