Il Movimento porta alla luce una «doppia decisione giudiziaria» con cui l’Associazione è stata «sconfessata» dopo avere denunciato una ex capo equipe per ingiuria
BELLINZONA - Il 2019 è iniziato da due giorni, ma le “vecchie questioni” non sono state dimenticate. Così l’Mps torna a parlare di ABAD, l’Associazione bellinzonese per cura e assistenza a domicilio.
Dopo gli atti parlamentari presentati da Matteo Pronzini sulla «mala gestione sanitaria e del personale» - che gli sono costati una denuncia per diffamazione e calunnia, compresa la richiesta di rinunciare all’immunità parlamentare -, il Movimento porta ora alla luce un caso che dimostrerebbe ancora una volta «lo spirito persecutorio che anima l’Associazione nei confronti di dipendenti ed ex dipendenti».
L’Mps riferisce di una denuncia presentata dall’ABAD nei confronti di una ex dipendente, «sconfessata da una doppia decisione giudiziaria». La donna - «assunta coma capo equipe ma obbligata di fatto ad attività operative» - aveva accusato il datore di lavoro di avere «manomesso una sua comunicazione inviata per e-mail» durante «uno scambio di corrispondenza». Per questa affermazione l’ABAD l’aveva denunciata per ingiuria.
Il Ministero pubblico, con decisione del 7 settembre 2018, ha rigettato la denuncia di ABAD, che ha però interposto reclamo. Reclamo respinto dalla Corte dei reclami penali del Tribunale d’Appello (con sentenza dello scorso 15 novembre 2018).
L’MPS sottolinea la volontà dell’Associazione - «sconfessata per ben due volte» - di «perseguire una ex dipendente che, quando in attività, aveva osato esprimere delle critiche sui comportamenti della direzione in materia di gestione del personale».