Il poliziotto colpì il 38enne ai fianchi con due colpi. Il cittadino srilankese però non si fermò, costringendolo a sparare un terzo colpo, questa volta diretto al torace
BRISSAGO - È stata ufficialmente chiusa l’inchiesta sulla morte del richiedente l’asilo, originario dello Sri Lanka, ucciso durante un intervento di polizia il 7 ottobre del 2017. Il procuratore pubblico Moreno Capella ha emanato un decreto di abbandono nei confronti dell'agente.
Il Ministero pubblico comunica che è stato emanato il decreto di abbandono per le ipotesi di reato di omicidio intenzionale (articolo 111 Codice penale) siccome atto lecito permesso dalla legge rispettivamente per legittima difesa esimente (articolo 15 Codice penale). L'articolo 14 del Codice penale prevede infatti che «chiunque agisce come lo impone o lo consente la legge si comporta lecitamente anche se l’atto in sé sarebbe punibile secondo il Codice penale o un’altra legge».
Quella sera di due anni fa - lo ricordiamo - l’agente salì le scale della palazzina in Piazza Municipio, una struttura privata che ospita asilanti a Brissago, preceduto da due richiedenti l’asilo. Una volta sul pianerottolo, il loro connazionale uscì dall’appartamento armato con due coltelli. Dopo aver intimato per due volte l’alt, l'agente aprì il fuoco. Due colpi in rapida successione ai fianchi. Il cittadino srilankese però non si fermò, costringendo l’agente a sparare un terzo colpo, questa volta diretto al torace. Il 38enne morì pochi istanti dopo.
Norman Gobbi aveva espresso solidarietà sia all'agente sia ai familiari della vittima «Abbiamo già visto in altre città europee che un semplice coltello è sufficiente a uccidere una persona. E aveva aggiunto: «Usare un'arma da fuoco non è un compito facile, ma non siamo nel Far West. Non si spara con leggerezza».