Cinque dipendenti della struttura mesolcinese perderanno il posto di lavoro.
Le difficoltà sono sorte a causa del Covid-19. Il presidente: «L'alternativa era il fallimento».
GRONO - Le case anziani mesolcinesi erano da tempo in difficoltà. Gli ospiti sono sempre meno. E la pandemia non ha fatto altro che ingigantire il problema. Non è quindi stato un fulmine a ciel sereno quello che ha colpito la casa anziani Mater Christi che in questi giorni «per sopravvivere» si è vista costretta a fare dei tagli al personale.
In effetti nella struttura di Grono attualmente solo 36 dei 50 letti a disposizione sono occupati. Troppo pochi. Per questo motivo la fondazione che gestisce la Mater Christi ha dovuto licenziare cinque dipendenti. Una misura drastica che giunge un po' come ultima ratio visto che in precedenza era già stato introdotto il lavoro ridotto e ai dipendenti era stato richiesto una diminuzione volontaria della propria percentuale lavorativa. Ma tutto questo non è bastato. E si è giunti a quest'ultima, dolorosa, decisione: «L'alternativa era il fallimento», ha precisato a "La Regione" il presidente del Consiglio di Fondazione Riccardo Tamoni.
Una scelta, però, che non è ovviamente piaciuta al sindacato VPOD che ha criticato il modo d'agire della fondazione e ha promesso battaglia.