Mille interrogativi dopo il caso Kinder. Michelangelo Storari, vicedirettore del Laboratorio cantonale, risponde.
Sono 95 i casi registrati in Ticino nel 2021.
BELLINZONA - Kinder-cioccolato con salmonella a sorpresa. Prodotti richiamati e bambini finiti in ospedale. E, mentre i primi casi emergono anche in terra rossocrociata, tra i consumatori sale la tensione. Quanto è pericolosa questa malattia? E quanto è comune? Ne abbiamo parlato con Michelangelo Storari, vicedirettore del Laboratorio cantonale, in diretta live su Piazza Ticino.
In cifre - In Svizzera si registrano tra i 1'000 e i 1'500 casi di salmonellosi all'anno, spiega l'esperto, con un trend abbastanza stabile. Nel corso del 2021 l'UFSP ne ha infatti registrati 1'496 in tutto, di cui 95 in Ticino. La maggior parte dei richiami di prodotti, al contrario di quello ordinato dalla Ferrero, sono però preventivi, puntualizza Storari: «L'azienda stessa decide di ritirare un prodotto in seguito a delle analisi interne. Questo non significa che qualcuno sia stato male».
Questione di igiene - Ma come avviene esattamente una contaminazione da salmonella? Le cause, sottolinea Storari, possono essere molteplici. Può verificarsi dall'utilizzo di un ingrediente che era già contaminato prima ancora di arrivare in azienda, oppure la malattia può nascere nello stabilimento produttivo, «a causa di cattive pratiche degli operatori, di un'inefficace separazione di sporco e pulito, oppure di un macchinario non adeguatamente funzionante».
Il rischio zero? Non esiste - Per quanto riguarda il cioccolato svizzero, secondo il direttore di Chocosuisse, non c'è però nulla da temere. «Certamente l'industria cioccolatiera svizzera ha una storia di grande sicurezza alle spalle», commenta Storari, «e applicando correttamente il controllo autonomo si riduce la probabilità che questo possa succedere. Di fatto, però, il rischio zero non esiste».
Anche a casa - E la prevenzione è importante anche tra le mura domestiche. «Un prodotto crudo contenente salmonella non rappresenta un pericolo dal momento che viene cotto. Se però viene manipolato in maniera scorretta, ad esempio con una forchetta o un piatto che viene riutilizzato per altre pietanze, questo può farci ammalare. La sicurezza alimentare parte dalla fattoria e arriva fino alla forchetta».
Occhio a anziani e bambini - In caso di sospetto contagio, i sintomi caratteristici sono quelli di una malattia gastrointestinale: una forte diarrea e, in alcuni casi, febbre e vomito. Una persona sana, in caso di infezione, non ha bisogno di cure particolari, sottolinea comunque Storari. «Per le persone più deboli, come bambini, anziani e chi soffre di altre patologie, i sintomi possono però essere più pesanti, tali da richiedere un ricovero ospedaliero».
Non solo salmonella - Nell'universo alimentare ci sono però altri nemici della salute. «A livello microbiologico esistono diversi tipi di batteri. I principali sono la salmonella e il campylobacter, poi ci sono agenti più pericolosi come la listeria monocytogenes e l'escherichia coli». Ma non finisce qui: esistono anche contaminanti chimici, come residui di pesticidi, metalli pesanti o diossine. «Un altro pericolo, la cui portata è spesso sottovalutata, è rappresentato dagli allergeni non dichiarati».
Ciocco-ironia - Ma niente paura. Il lavoro del Laboratorio cantonale è proprio quello di proteggerci. «Preleviamo campioni di derrate alimentari presenti sul nostro territorio», spiega il vicedirettore, «analizziamo dunque sia ciò che viene prodotto in Ticino, sia ciò che semplicemente si trova sugli scaffali dei nostri negozi». L'attività è basata sul rischio: «Per la salmonella facciamo qualche centinaio di analisi all'anno e ci concentriamo sui prodotti tipicamente più delicati da questo punto di vista, come carne, latticini e verdure crude». Per quanto concerne invece il cioccolato, ironia della sorte, l'anno scorso il Laboratorio cantonale ha lanciato una campagna specifica proprio su questo tipo di prodotto.