Ci sono nuovi problemi nell'approvvigionamento di medicinali. Lo rivela Federico Tamò, portavoce dell'Ordine dei farmacisti ticinesi.
BELLINZONA - Sempre peggio nelle farmacie ticinesi e rossocrociate. A mancare sono ben 773 medicinali, tra cui l'antidolorifico Algifor e l'antibiotico Co-amoxi, contro i 600 dello scorso settembre. E la situazione, riferisce a Tio/20minuti Federico Tamò, portavoce dell’Ordine dei farmacisti ticinesi, è ora particolarmente «tesa e preoccupante» soprattutto per quanto concerne gli antinfluenzali.
Ad acutizzare la penuria di farmaci causata dalla guerra in Ucraina, i lockdown susseguitisi a livello internazionale, la pressione sui prezzi esercitata dall’UFSP e l’arrivo dell’influenza stagionale, c’è infatti un nuovo problema.
«Dalla Cina non arriva più nulla» - «L'esplosione di casi di Coronavirus in Cina sta creando nuove difficoltà per quanto riguarda l’approvvigionamento di tutti i farmaci destinati alla cura delle malattie virali e dei sintomi similinfluenzali invernali come ibuprofene e paracetamolo», spiega Tamò. Nella terra del dragone sono infatti milioni le persone che stanno sviluppando sintomi di questo tipo, perciò «il Paese necessita di volumi di farmaci antinfluenzali largamente superiori a quelli abituali per il proprio mercato interno». A subirne le conseguenze è l’Europa, Svizzera compresa: «Per quanto riguarda questi medicamenti, di tutto quello che stanno producendo non viene esportato nulla».
Nuvole nere all'orizzonte - Per il momento la situazione è ancora relativamente sotto controllo, precisa comunque Tamò, perché ci sono delle scorte. Ma le prospettive non sono delle migliori: «Dobbiamo calcolare che nei prossimi sei-nove mesi dalla Cina arriverà ben poco. E ne pagheremo il prezzo».
Shopping oltre confine? «Stesse problematiche» - Appoggiarsi sulle produzioni europee potrebbe essere la soluzione? Non proprio, afferma Tamò. «Non ci sono le capacità per coprire i bisogni di tutta l’Europa». E chi crede di trovare farmacie meglio fornite oltre confine non deve farsi troppe illusioni. «In Italia, così come a livello europeo, la situazione è la stessa», assicura il farmacista. «Ci sono poi altre nazioni che hanno adottato una politica ancora più severa per quanto concerne i prezzi dei farmaci e che sono ancora più colpite dalla penuria di medicamenti», conclude.