Lo afferma il collettivo R-esistiamo, che sabato, in occasione di un'azione di protesta, ha raccolto le testimonianze dei richiedenti asilo.
CHIASSO - «Un residente del centro asilanti di Chiasso è stato picchiato dalla polizia e gli sono state provocate fratture multiple». È quanto sostiene il collettivo R-esistiamo, che durante la manifestazione dello scorso sabato ha raccolto «ulteriori testimonianze di alcune tra le tante forme di violenza subite dai richiedenti asilo».
«Ci è stato raccontato di ripetuti episodi di violenza fisica fine a sé stessa e/o usata come "metodo di risoluzione dei problemi”», riferisce il collettivo. «In molti ricevono inoltre farmaci sedativi prescritti senza consenso informato».
R-esistiamo entra poi nello specifico di un caso: «Abbiamo incontrato un giovane ragazzo che nell’arco di due mesi è stato picchiato brutalmente per due volte dalla polizia. Durante il primo episodio, verificatosi alla stazione di Lugano, gli sono state provocate fratture multiple. La seconda volta il pestaggio è continuato anche all’interno del centro asilanti, davanti agli addetti della Securitas, agli operatori e a famiglie con bambini. A causa della gravità della situazione è stata chiamata l’ambulanza e il ragazzo si è risvegliato all’ospedale psichiatrico, per poi essere trasferito all’ospedale di zona. Ha subito un primo intervento chirurgico al quale ne dovrà seguire un secondo dopo la metà di maggio». Nonostante ciò, continua il collettivo, «il 24 aprile il giovane ha ricevuto una decisione di espulsione dalla Svizzera e l’interdizione di accedere al CFA. Di fatto, è stato lasciato per strada in condizioni di salute precarie».
Durante la manifestazione di sabato, continua il collettivo, «ai richiedenti l’asilo è inoltre stato riferito che eravamo lì per protestare contro di loro. Con la scusa di "proteggerli" dalle 13 alle 17 gli è quindi stata impedita l’uscita dal centro dalle 13 alle 17. Solo grazie agli striscioni in lingue diverse hanno potuto comprendere le nostre intenzioni e solo a seguito di sollecitazioni da parte dei manifestanti sono stati autorizzati a uscire prima».
La giornata di sabato e ciò che ne è seguito «conferma», per R-esistiamo, «la necessità di conoscere e solidarizzare con le persone rinchiuse in questi centri e l’importanza di ascoltare le loro storie e la loro versione dei fatti», viene infine sottolineato. Lo scopo ultimo è quello di «creare dei legami, rompere lo stato d’isolamento a cui i richiedenti asilo sono costretti e costruire delle reti di aiuto».