Quando incontrano un cantiere, i ticinesi sono i peggiori alla guida. «Si sentono i padroni della strada, intanto noi rischiamo la vita».
MENDRISIO - «Gli stranieri o chi viene da fuori è più attento alle regole. Chi vive in zona, invece, è spesso più maleducato». Lo dice senza peli sulla lingua Sergio*, ticinese, addetto alla sicurezza in pensione che da due anni aiuta ad attraversare bambini e ragazzi nelle vicinanze delle scuole per un comune del Mendrisiotto. «Sono distratti, sempre col telefonino in mano, credono di essere i padroni della strada. Sono molto prepotenti», dice.
Sergio racconta che prima di andare in pensione aveva lavorato, tra i 60 e i 65 anni, per una nota società di sicurezza attiva in Ticino. In quel caso si occupava proprio della gestione del traffico, ruolo rivestito anche dal 60enne deceduto tragicamente lo scorso 17 febbraio in via Zurigo a Lugano. «Ne vedo di tutti i colori», lamenta.
«Spesso alzo la voce, quando devo far attraversare i ragazzi, perché passano dritti. O ancora, quando devo posizionare il triangolo non si fermano: non so se lo fanno intenzionalmente o se semplicemente non gli importa. Aspetto dunque che passino, per la mia sicurezza. Ma una volta in mezzo alla strada, mi sfrecciano comunque troppo vicino, ignorando la mia presenza».
Una volta è andata male anche a lui, ma per fortuna il fine è stato lieto. L'anno scorso - racconta - «sono stato investito mentre facevo attraversare i bambini. L'uomo - un anziano di 89 anni - si era fermato dopo il mio segnale di alt: doveva attraversare una bambina. A un certo punto l'auto è ripartita e mi ha investito. Per fortuna non la piccola. Non so cosa sia successo: se abbia schiacciato inavvertitamente il pedale dell'acceleratore anziché quello del freno o se si sia sentito improvvisamente male. Fatto sta che io sono caduto per terra e ho picchiato la testa. Ho avuto una commozione cerebrale e sono rimasto incosciente per tre ore. Mi sono svegliato in ospedale». Anche in questo caso, si trattava di una persona della zona, sottolinea. «Da quel che so, l'anziano ha consegnato volontariamente alla polizia la patente».
Spiega poi che quando dà il comando di stop «molti anziché fermare completamente il veicolo continuano ad avanzare adagio, senza fermarsi. Mi chiedo però: se scappa il piede sul gas cosa succede?». In quel caso sceglie di farsi sentire: «Minaccio di segnalare la targa alla polizia. Poi non lo faccio veramente, ma voglio far comprendere loro che hanno agito male». Si giustificano sostenendo «di essere di fretta. Capisco, ma ci sono i bambini. Bisogna stare attenti».
Ecco perché ai "suoi" alunni cerca «di insegnare che si attraversa la strada solo quando le auto sono ferme, non mentre stanno sopraggiungendo».
Quel che più lo fa arrabbiare è che alla presenza della polizia «tutti si comportano correttamente e si fermano. Quando c'è un uomo o una donna vestiti di giallo in mezzo alla strada si tende a prendere sotto gamba la circostanza». E conclude: «Molti automobilisti sono maleducati. Dimenticano che noi in mezzo al pericolo ci dobbiamo lavorare».