È quanto emerso dalle carte desecretate dell’inchiesta.
LUGANO - Norman Gobbi sapeva dello sgombero del Centro sociale il Molino la sera del 29 maggio del 2021. È quanto emerge dagli incarti desecretati dell’inchiesta condotta dal procuratore generale Andrea Pagani e riportato oggi dal sito areaonline.ch.
Il particolare su Gobbi rientrava nelle parti annerite dalla Polizia cantonale, un annerimento che è stato bocciato dal Giudice dei provvedimenti coercitivi Ares Bernasconi.
Dunque la novità è che, oltre a Marco Borradori allora sindaco di Lugano, anche Norman Gobbi sapeva e aveva autorizzato lo sgombero del Centro sociale situato all’ex Macello. Scrive areaonline: «L’occupazione dell’ex stabile Vanoni da parte dei molinari sul finire del corteo è sempre stata definita “una sorpresa” da autorità politiche e ufficiali di polizia. Fu proprio quell’occupazione che consentì all’autorità politica di considerare “degenerato” il corteo dei molinari, dando così il via libera all’operazione di polizia “Papi”, ossia lo sgombero dell’ex Macello».
Il sito fa pure riferimento al giornale d’impiego della Cantonale del giorno del corteo: «Alle ore 19.55 l’appunto: “Conferito con Gobbi e cmd Polca e sindaco Lugano. Tutti concordano con decisione bloccare accesso Vanoni e procedere sgombero Molino».
Non è l'unica novità emersa dalle carte. Si viene anche a sapere l'ingente quantitativo di poliziotti che hanno preso parte all'operazione: circa 300 agenti tra Cantonale, Polizia della Città di Lugano e rinforzi romandi.