A Lesbo è morto un bambino durante un tentativo di sbarco.
Frontex ha avviato un intervento rapido nel Mar Egeo.
LESBO - La nuova tragedia all'isola di Lesbo ha riportato sotto i riflettori un'emergenza che nelle ultime settimane era finita un po' nel dimenticatoio: quella della spinta migratoria alle frontiere orientali dell'Unione europea.
Un barcone con 47 persone a bordo, partito dalla vicina costa turca, ha tentato l'approdo alla spiaggia di Mitilene ma si è ribaltato all'arrivo di un'imbarcazione della Guardia costiera greca. Un bambino è morto mentre gli altri 46 migranti sono stati salvati. Si tratta solo dell'ultimo dei numerosi sbarchi avvenuti nelle scorse ore sull'isola. La tensione sull'isola è massima: scontri tra ospiti del centro per rifugiati di Moria e le forze dell'ordine.
La causa scatenante è la riapertura del confine da parte della Turchia, che sta spingendo verso la Grecia decine di migliaia di persone. Anche, sembra, facendo esplicito ricorso a organizzazioni criminali e trafficanti di uomini. Venerdì il presidente turco Erdogan aveva comunicato che, a seguito dell'escalation militare nella zona di Idlib in Siria, avrebbe permesso il movimento dei migranti verso ovest.
Il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis ha annunciato la sospensione per un mese della presentazione delle domande di asilo e ha annunciato che «il livello di deterrenza ai confini è stato portato al massimo». L'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera Frontex ha avviato un intervento rapido nel Mare Egeo, rispondendo a una richiesta ufficiale del governo di Atene.
Martedì i massimi rappresentanti delle istituzioni europee si recheranno di persona alla frontiera tra Grecia e Turchia, per portare solidarietà al governo e alle persone coinvolte in questa drammatica vicenda. Fino a domenica sono state 10mila le persone che hanno cercato di entrare via terra in Europa nell'area di Evros, e sono state bloccate dalla polizia greca.