Il Ministro degli Esteri svedese ha commentato quanto avvenuto sabato davanti all'ambasciata turca
STOCCOLMA - «Il governo svedese non sostiene in nessun modo la distruzione col fuoco di scritture considerate sacre, ma in Svezia abbiamo la libertà di espressione e dal punto di vista legale questo caso è permesso: abbiamo però detto chiaramente che non prendiamo le parti di chi lo ha fatto».
Lo ha affermato Tobias Billström, ministro degli affari esteri della Svezia, a Bruxelles per il Consiglio affari esteri, commentando l'episodio di sabato in cui il politico di estrema destra svedese Rasmus Paludan ha dato fuoco ad una copia del Corano davanti all'ambasciata turca a Stoccolma.
Venerdì scorso le autorità turche avevano convocato l'ambasciatore svedese ad Ankara, quando è stata concessa l'autorizzazione a Paludan di manifestare. È stata la seconda volta in pochi giorni che il rappresentante svedese ad Ankara è stato convocato dal Ministero degli Esteri, dopo la diffusione la scorsa settimana di un video che mostrava un manichino impiccato, indicato come il Presidente Recep Tayyip Erdogan.
Ankara, lo ricordiamo, sta bloccando l'ingresso della Svezia nella Nato da maggio, accusandola (come anche la Finlandia) di ospitare militanti e simpatizzanti curdi che definisce «terroristi», in particolare quelli del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (Pkk) e dei suoi alleati nel nord della Siria e dell'Iraq.