Dopo le accuse di brogli da parte dell'opposizione, gli analisti denunciano «pressioni» sugli elettori
TBILISI - Le elezioni legislative in Georgia, vinte dal partito al potere ma denunciate come "falsificate" dall'opposizione filo-occidentale, sono state segnate da "pressioni" sugli elettori e da condizioni elettorali sfavorevoli per gli oppositori. Lo hanno indicato gli osservatori internazionali. Il voto è stato "viziato da disuguaglianze (tra candidati), pressioni e tensioni", stimano gli osservatori dell'Osce, della Nato o anche degli organismi dell'Ue. Uno di loro, Antonio Lopez-Isturiz White, ha ritenuto che queste elezioni siano una "prova dell'arretramento della democrazia" in Georgia.
In un comunicato della missione degli osservatori si afferma che i candidati hanno potuto "in generale svolgere liberamente la campagna" in un'atmosfera "altamente divisiva". Ma le segnalazioni di "pressioni sui votanti, particolarmente dipendenti del settore pubblico, sono state diffuse durante la campagna". Questo, "insieme a un diffuso controllo degli elettori nel giorno del voto, ha suscitato preoccupazioni circa la possibilità di alcuni elettori di votare senza paura di ritorsioni".
La missione aggiunge che nel 6 per cento delle 1964 osservazioni effettuate il processo elettorale è stato considerato "negativamente, soprattutto a causa di indicazioni di pressioni e intimidazioni degli elettori, che in alcuni casi sono state accompagnate da tensioni e incidenti all'interno dei seggi e da sovraffollamento". "Nel 24 per cento delle osservazioni - si legge ancora nella nota - la segretezza del voto è stata potenzialmente compromessa dal modo di inserire le schede nelle urne o dall'allestimento dei seggi". Inoltre, "nella maggior parte dei seggi rappresentanti di partito, soprattutto di Sogno Georgiano, hanno filmato le operazioni di voto e questo, come osservato, ha avuto un effetto di intimidazione".