«È fanta-politica» tuona il presidente. In serata si conoscerà l'esito della mozione di sfiducia contro il governo
PARIGI - Il governo di Michel Barnier ha le ore contate. Salvo clamorose (e sorprese inattese), nella serata di oggi l'esecutivo cadrà sotto i colpi delle mozioni di sfiducia presentate da sinistra e destra e che raccoglieranno il consenso unanime delle opposizioni.
L'unica, lieve, incertezza è data da una possibile schermaglia politica: la prima a essere votata sarà quella del Nuovo fronte popolare (Nfp), che anticiperà quella del Rassemblement national (RN). Ma fin da lunedì, lo schieramento lepenista ha continuato a confermare che voterà il documento presentato dalla coalizione di sinistra.
La giornata promette di essere storica. In caso di voto positivo, sarebbe la prima volta dal 1962, quando a cadere fu l'esecutivo guidato da Georges Pompidou. Il governo Barnier terminerebbe il suo mandato dopo meno di tre mesi dall'insediamento e dopo nemmeno un semestre dalla decisione del presidente Emmanuel Macron di tentare la sorte alle urne, dopo l'esito disastroso delle elezioni europee.
La tabella oraria - I parlamentari si riuniranno alle 14 e un'ora più tardi potrebbe essere adottata in extremis una legge di bilancio, in una forma e con modalità diverse dalle quali per cui Barnier si era impuntato, facendo ricorso all'articolo 49.3 della Costituzione (che è stato il motivo scatenante della sfiducia incrociata). Il testo potrebbe passare con l'astensione di alcuni gruppi - nella speranza di centrare l'obiettivo di mantenere il deficit pubblico entro margini accettabili, diversi dal 6,1% del Pil, che ha fatto risuonare svariati campanelli d'allarme.
Alle 16 verranno esaminate le mozioni. Gli schieramenti presenteranno le proprie posizioni, a cui Barnier replicherà. Intorno alle 18.30 i deputati si sposteranno in sale allestite ad hoc per la votazione e, tra 30 e 60 minuti più tardi, si conoscerà il destino di Barnier e del suo governo.
Macron attacca (e pensa alle contromisure) - Spettatore fatalmente interessato, il presidente Macron, che si trova all'estero, in visita di Stato in Arabia Saudita, e da lì ha accusato i lepenisti: «Penso sinceramente che i deputati di RN non possano votare in coscienza una risoluzione che insulta loro e insulta i loro elettori». Ma, come spiegano fonti vicine all'Eliseo, sta già considerando i possibili successori di Barnier. Nella lista ci sarebbero Bernard Cazeneuve (che ha già ricoperto in passato l'incarico) così come Sébastien Lecornu e François Bayrou.
Lo stesso Macron è stato incalzato, fino a ricevere la richiesta di dimettersi. La replica è stata secca: «È fanta-politica. Non ha senso. Francamente non è normale dire queste cose. Se sono qui davanti a voi è perché sono stato eletto due volte dal popolo francese».