Roberta Soldati, deputata UDC in Gran Consiglio
Il 1 gennaio 2023 è entrato in vigore parte del nuovo diritto successorio, ai termini del quale sono state riviste le quote delle legittime che il testatore è obbligato (fatti salvi casi eccezionali) a destinare a determinate categorie di eredi. In particolare la legittima a favore dei figli è passata da tre quarti alla metà, quella dei genitori è stata soppressa, mentre quella a favore del coniuge è rimasta invariata. L’intento del legislatore è quello di permettere al testatore di disporre con maggiore libertà del proprio patrimonio, per favorire altre categorie di eredi, ad esempio, il partner di fatto.
La decisione di prelevare o meno l’imposta di successione è di competenza cantonale. In Ticino tale imposizione è prevista, con delle esenzioni a favore dei figli, del coniuge e dei genitori. Tutti gli altri eredi, a dipendenza del loro grado di parentela con il defunto, sono chiamati a pagare l’imposta, che per i non parenti può arrivare fino al 40%. La legislazione cantonale in vigore stride con il nuovo principio di poter disporre con maggiore flessibilità del proprio patrimonio, poiché rischia di andare a colpire fiscalmente in modo importante proprio gli eredi, che il legislatore federale ha voluto agevolare. Un modo come un altro per lo Stato di “fare cassetta”.
È dunque ora e tempo che l’imposta cantonale sulle successioni venga celermente rivista; in particolare estendere la cerchia degli eredi esenti, quali ad esempio il partner di fatto, i fratelli e sorelle, i nipoti. Meglio ancora, se la direzione sarà quella dell’abrogazione totale, come per altro richiesta dall’iniziativa Censi, già pendente da tre anni. Infatti, l’imposta di successione è un prelievo eccezionale e ingiustificato, che lo Stato fa su beni che erano già imposti in capo al defunto e che verranno comunque imposti in capo all’erede nella sua dichiarazione fiscale ordinaria. Questa sarebbe un’ulteriore misura concreta per lasciare più soldi in tasca ai cittadini!