Michele Roncoroni, segretario internazionale Giovani del Centro Svizzera
Come tutti gli argomenti che infervorano la politica attuale, la critica alla polarizzazione della politica non deve cadere nella trappola del populismo. Deve piuttosto aiutare a comprendere la preoccupante deriva della politica. Per evitare di banalizzarne la portata storica, questa critica necessita un’analisi approfondita capace di sensibilizzare verso l’attuale tendenza riscontrabile nel panorama politico elvetico, che vede i poli acquisire maggiore forza e darsi battaglia nelle rispettive aree di interesse bloccando riforme e progetti richiesti da tempo.
Questa tendenza non può essere completamente riconducibile all’unicità del sistema politico svizzero, ma è frutto di cambiamenti nella scena politica a livello internazionale. Il concetto di convergenza politica verso un centro in grado di unire e di riformare non è preso in considerazione né dall'elettorato, né tanto meno dalla classe politica dirigente. Questa concezione del modo stesso di fare politica ha conosciuto la sua fortuna negli anni Cinquanta, offrendo stabilità e benessere. Non è infatti un caso che le linee guida introdotte da F.D. Roosevelt con il New Deal vennero mantenute anche dai repubblicani nei governi a seguire, almeno fino a Ronald Reagan e il suo celeberrimo slogan “Il Governo è il problema”.
Gli elementi che hanno sancito la progressiva fine di questa “convergenza al centro” sono essenzialmente due. I partiti si sentono attualmente spinti con veemenza verso una sempre più marcata diversificazione dalle altre forze politiche. L’elettorato è frastornato, lusingato e corteggiato da sinistra e da destra con posizioni forti e slogan che rasentano la banalità. L’importanza di proporre soluzioni pratiche ed applicabili, che permettano di convergere sensibilità ed interessi dei poli passa ormai in secondo piano.
Un secondo fattore importante da prendere in considerazione è il progressivo rafforzamento ideologico osservabile da tempo. La dottrina degli schieramenti politici rende sempre più difficile il raggiungimento di compromessi in tempi brevi, causando l’immobilità del sistema e accentuandone la polarizzazione.
In Svizzera entrambi questi fattori sono riscontrabili nella linea strategica dei partiti che siedono ai poli dello schieramento politico e hanno causato la fine dei processi consensuali, diminuendo la prevedibilità e la stabilità in materia politica del nostro Paese, ciò che lo rendeva attraente sotto molteplici punti di vista. Le riforme e le proposte governative vengono costantemente rimpallate tra le opposizioni, tra i partiti e tra le stesse Camere dell’Assemblea federale, avvicinando la politica svizzera alle modalità di gioco del ping pong, un passatempo che reputo personalmente affascinante, se non fosse che da questa partita ricca di lunghi scambi ne usciamo tutti perdenti.