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Crisi dell’informazione: salvaguardiamo il pluralismo in Ticino!

I Verdi del Ticino sulle difficoltà finanziarie della Regione: «Siamo preoccupati»
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Fonte Verdi del Ticino
Crisi dell’informazione: salvaguardiamo il pluralismo in Ticino!
I Verdi del Ticino sulle difficoltà finanziarie della Regione: «Siamo preoccupati»

Come Verdi del Ticino esprimiamo forte preoccupazione per la recente notizia secondo cui, a causa di gravi difficoltà finanziarie, laRegione sarà costretta a ridurre il proprio organico di 5,5 unità. La politica e le nostre istituzioni devono agire presto.

Come abbiamo evidenziato in una recente interrogazione al Consiglio di Stato, l’informazione è un pilastro fondamentale della democrazia. Essa permette ai cittadini di rimanere aggiornati sugli avvenimenti locali e globali, oltre a garantire uno spazio essenziale per il dibattito pubblico. Un’informazione di qualità è dunque cruciale per formare opinioni consapevoli e partecipare attivamente alla vita politica.

Tuttavia, il settore dei media è in crisi da anni. La crescente concentrazione dei ricavi pubblicitari nelle mani dei giganti del web – come Google e i social media – ha eroso le risorse economiche delle testate tradizionali, soprattutto della stampa cartacea. Parallelamente, il consumo di contenuti gratuiti, spesso di dubbia affidabilità, mina il valore del giornalismo professionale, che richiede investimenti in tempo, risorse e competenze.

Di fronte a questa situazione, il rischio di un ulteriore impoverimento del panorama mediatico ticinese è concreto. La pluralità dell’informazione nel nostro Cantone non può essere facilmente compensata dalle testate della Svizzera interna, a causa delle barriere linguistiche. La perdita di voci giornalistiche locali rappresenterebbe un impoverimento culturale per la popolazione.

È quindi urgente affrontare la questione e individuare misure di sostegno per le testate ticinesi, accompagnandole nella necessaria transizione digitale, in linea anche con le abitudini delle nuove generazioni. Questo non deve essere visto come un costo, ma come un investimento per garantire un’informazione di qualità e accessibile, elemento chiave per una società democratica e consapevole. La digitalizzazione non è solo una necessità tecnologica, ma un’opportunità per rinnovare il settore e renderlo più competitivo, senza sacrificare il pluralismo e la professionalità del giornalismo.

Il Consiglio di Stato, tuttavia, sottolinea che l’attuale situazione finanziaria del Cantone impone una valutazione attenta di ogni nuovo impegno economico. Ricorda inoltre che le Camere federali stanno discutendo possibili misure di sostegno ai media, dopo il pacchetto respinto in votazione popolare il 13 febbraio 2022, e intende attendere le decisioni federali prima di intervenire. Eppure, è dal 2020 che il Parlamento chiede di agire in questo senso.

Pendente è per esempio una mozione del 2020, che chiede al Consiglio di Stato di valutare azioni o progetti di supporto dei media locali e presentare al Gran Consiglio un messaggio in tal senso. Non possiamo accettare che i media vengano usati solo ogni quattro anni per fare propaganda elettorale, per poi essere abbandonati alle logiche perverse del mercato il resto del tempo. Il giornalismo indipendente non è un lusso, ma un bene pubblico che va difeso con azioni concrete. Aspettare potrebbe significare perdere definitivamente una parte del nostro pluralismo informativo.

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