Il sindaco di Vacallo, comune nel quale Mattia Croci-Torti è nato e cresciuto, è naturalmente felice e orgoglioso
«Noi vacallesi non l'abbiamo certo scoperto in questi mesi: Mattia è sempre stato una persona coinvolgente, un grande motivatore e una persona gradevole con cui trascorrere momenti di passione e convivialità».
VACALLO - La Coppa Svizzera è tornata nella Svizzera italiana dopo ben 29 anni. Per tutto il popolo ticinese quella di ieri è stata una domenica semplicemente indimenticabile, iniziata all'alba con il viaggio verso Berna e finita a tarda notte in una Piazza Riforma festante.
Una festa tutta ticinese dicevamo, da sud a nord. E all'estremo sud del nostro Cantone c'è un Comune che può festeggiare ed essere fiero per quanto "combinato" dal club bianconero nella Capitale: il Comune di Vacallo, nel quale Mattia Croci-Torti è nato e cresciuto e dove ha cominciato a cullare i suoi sogni da calciatore. Insomma, dove tutto ebbe inizio... «Certamente sì, possiamo dire che la Coppa vinta dal Lugano è anche un po' di Vacallo - è intervenuto in Sindaco Marco Rizza - Avrei voluto recarmi a Berna, ma essendo stata quella di ieri una giornata di votazioni sono rimasto a casa. L'ho guardata in TV, compresi i festeggiamenti serali, e mi sono emozionato...».
Come ha vissuto il comune momò questa giornata speciale?
«Da Vacallo sono partiti due bus, oltre che diverse persone in treno, e posso assicurare che alcuni hanno intrapreso la trasferta a Berna soltanto ed esclusivamente perché c'era il Crus. Questo la dice lunga sulla caratura del personaggio. Sono contento anche per la sua famiglia, che gli è sempre stata molto vicino. È una grande soddisfazione per noi e gliel'ho scritto: ora in Svizzera praticamente tutti sanno chi è Mattia. Siamo fieri di ciò...».
È stata una festa tutta ticinese. Per qualche ora i campanilismi sono stati messi da parte...
«Certamente... A Vacallo abbiamo visto un po' di tutto: chi è partito con la maglia del Lugano e chi con quella del Chiasso. La cosa bella è che alla fine un po' tutti hanno festeggiato».
Cosa ci puoi dire del Crus?
«Con lui ho condiviso molteplici attività al di fuori del calcio. Ha partecipato a diversi corsi di sci in veste di animatore. Noi vacallesi non l'abbiamo certo scoperto in questi mesi: Mattia è sempre stato una persona coinvolgente, un grande motivatore e una persona gradevole con cui trascorrere momenti di passione e convivialità. Chi ha giocato a calcio con lui mi ha detto che nella sua carriera ha sempre affermato che un giorno avrebbe voluto vincere qualcosa di importante. Forse come giocatore non è riuscito nel suo intento, ma come allenatore non ha dovuto attendere molto».
Impossibile poi non citare il Crus in versione... "ultras".
«Esattamente, non ha mai fatto mancare il suo sostegno alla SAV Vacallo Basket. E ieri ha portato la seconda Coppa Svizzera al nostro Comune, la prima l'aveva vinta nel 2009 in veste di capo-curva...».
A Lugano hanno insomma "fra le mani" una persona di valore inestimabile, sia tecnicamente ma soprattutto a livello umano...
«Certamente. In questi mesi si è messo in gioco, non sapendo ciò a cui sarebbe andato incontro. Negli ultimi anni ha forse lavorato nell'ombra, avendo ricoperto il ruolo di vice... Purtroppo in quelle circostanze le sue enormi qualità non sempre sono potute emergere. Adesso però ha trovato terreno fertile e una squadra che ha creduto lui. Ha fatto un po' da papà, motivando tutto l'ambiente e trascinando i suoi giocatori a questo traguardo incredibile».
Vacallo festeggerà il suo eroe?
«Certamente faremo qualcosa. Recentemente lo abbiamo invitato all'incontro con i neo-18enni del nostro Paese. Anche in quell'occasione ha speso delle bellissime parole di motivazione, che i ragazzi hanno apprezzato. Prossimamente verrà sicuramente celebrato poiché lo merita...».