Mezza montagna si è staccata nel Bisisthal, nel comune di Muotathal (Svitto). Quasi 500'000 metri cubi di roccia precipitati a valle.
SVITTO - Domenica pomeriggio tre massicci pilastri di roccia si sono staccati nella zona di Gwalpeten a Bisisthal, nel cantone di Svitto, finendo nel sottostante prato di un alpeggio. Il video che vi mostriamo è stato girato da alcuni lettori, e mostra una scena abbastanza impressionante: i massicci si staccano uno dopo l'altro, mentre un'enorme nuvola di polvere avvolge l'intera montagna fino a farla sparire.
I geologi hanno spiegato che i primi detriti hanno iniziato a staccarsi già in mattinata, ma il grande botto è arrivato solo verso le 16.00. «Avevamo previsto che potesse staccarsi mezzo milione di metri cubi. Previsione azzeccata, perché riteniamo che sia caduto un volume di 450'000 metri cubi» ha spiegato al portale di 20 Minuten Theo Pfyl, capo del personale del comando municipale di Muotathal.
È dal 2019 che i geologi stanno monitorando attentamente la montagna, ed erano al corrente che la roccia sulle alture era pericolante. «La misuravamo regolarmente» ha detto Pfyl. Lo scorso 6 luglio, 20.000 metri cubi si sono staccati per la prima volta, da lì la decisione di installare una misurazione aggiuntiva e chiudere il sentiero escursionistico alpino.
«Le masse rocciose avevano nel loro interno un'enorme attività dinamica. Dall'11 luglio al 21 luglio abbiamo registrato un movimento di 21 centimetri e da allora il movimento si è accelerato sempre di più». Il bestiame alpino non aveva più pascolato nella zona e anche l'affittuario dell'alpe era sempre stato informato di quanto stava accadendo.
Alle sei di domenica mattina sono caduti i primi 150'000 metri cubi di roccia. «Il che vuol dire che circa un terzo della montagna è andato via», spiega Pfyl. «Gli altri 300'000 metri cubi si sono staccati nel pomeriggio».
Si prevede che il materiale rimanente si staccherà nei prossimi uno o due mesi. Il sentiero escursionistico alpino rimarrà quindi chiuso per il momento, forse addirittura fino alla prossima primavera. «Pioggia, vento e tempeste stanno ancora facendo cadere i sassi sciolti», aggiunge Pfy facendo notare che ulteriori crolli sono del tutto normali.
Lo scongelamento del permafrost è responsabile della caduta di massi?
Le masse rocciose spezzate giacciono ora sull'altopiano. Il torrente non è stato arginato, ma le prossime piogge potrebbero portare pietre nel torrente e provocare colate detritiche. «Non ci resta che osservare cosa succederà al materiale, se si consolida o se viene spazzato via. Le prossime precipitazioni sono previste già per domani. Sono possibili colate detritiche» spiega Pfyl.
Non è ancora chiaro se il permafrost sia all'origine della caduta di massi a Bisisthal. «È ipotizzabile», dice Pfyl, «perché sappiamo che c'era del permafrost a circa 100 metri sotto la superficie». Si trattava, dice, di una crepa nella roccia che aveva circa 100 anni o anche di più, dove gli anziani del posto si erano arrampicati da bambini. Ma la crepa stava diventando sempre più grande. In che misura lo scongelamento del permafrost abbia avuto a che fare con questo fenomeno è ancora tutto da verificare».