Esplosione alle scuole di Bellinzona, la Procura ha chiuso l'indagine. Facendo luce anche su una serie di altri episodi
BELLINZONA - Un gruppo di giovani "bombaroli", autori di una serie di esplosioni nel Bellinzonese. La Procura di Lugano ha chiuso l'inchiesta sulla bomba artigianale esplosa il 26 febbraio alle scuole elementari di via Lugano a Bellinzona. Partendo dal grande "botto" - a cui ne seguì un altro, il 13 marzo, in via Golena - gli inquirenti hanno fatto chiarezza anche su altri episodi precedenti.
Gli autori sono stati identificati. Si tratta - si legge in un comunicato odierno - di un 21enne svizzero, un 20enne spagnolo e un 17enne, tutti residenti nella regione. Un altro giovane - anche lui 21enne - è accusato di avere preso parte al solo episodio di via Golena.
«Durata svariati mesi, l'articolata indagine condotta dalla Polizia cantonale ha permesso di ricostruire numerosi altri episodi analoghi registrati in precedenza nel distretto, facendo luce in particolare su ruoli e responsabilità nell'evento di maggior gravità» si legge nella nota del Ministero pubblico.
Gli accertamenti hanno anche permesso di risalire all'identità di un 62enne cittadino italiano residente nel Bellinzonese, che custodì parte del materiale pirotecnico all'origine dell'esplosione di via Lugano.
Le principali accuse sono quelle di danneggiamento, esplosione, uso delittuoso di materie esplosive o gas velenosi, delitto contro le Legge federale sugli esplosivi. Il 21enne principale imputato si trova tuttora in stato di detenzione preventiva poiché recidivo specifico. L'inchiesta è coordinata dalla Procuratrice pubblica Petra Canonica Alexakis e dalla Magistratura dei minorenni.