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SVIZZERASuccessione Couchepin, si avvicina l'ora x

15.09.09 - 17:35
Se il PLR dovesse perdere il seggio in Consiglio federale la presidenza di Fulvio Pelli sarebbe in pericolo e il Ticino politico a livello federale si vedrebbe ancora di più indebolito. Barenco: "Ticino isolato, anche per colpe sue"
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Successione Couchepin, si avvicina l'ora x
Se il PLR dovesse perdere il seggio in Consiglio federale la presidenza di Fulvio Pelli sarebbe in pericolo e il Ticino politico a livello federale si vedrebbe ancora di più indebolito. Barenco: "Ticino isolato, anche per colpe sue"

BERNA - Domani il parlamento svizzero si riunirà per eleggere il consigliere federale che succederà al dimissionario Pascal Couchepin. Il vallesano lascerà il posto a un esponente di uno dei due partiti di centro. Oltre al duo romando liberale radicale Christian Lüscher-Didier Burkhalter, il PPD - ambizioso di riconquistare un secondo seggio in governo - ha presentato come proprio candidato Urs Schwaller, avvocato del Cantone Friburgo di lingua tedesca. Il germanofono è appoggiato dai rappresentanti che tutelano gli interessi dei contadini e non è detto che una parte del gruppo parlamentare dell'UDC disobbedisca all'indicazione del presidente dell'UDC Brunnen di votare Lüscher, ma scelgano Urs Schwaller, mettendo ancora più in difficoltà il ticket liberale radicale.

Ci saranno liberali che voteranno Schwaller? - Liberali radicali che, in scenari ipotetici descritti dai giornali svizzeri tedeschi, potrebbero ritrovarsi divisi in votazione. Viene, infatti, anche ipotizzata la possibilità in cui la fronda di parlamentari liberali-radicali nemici del Presidente Pelli votino Schwaller. Il Blick riporta la dichiarazione di un liberale radicale: "Se perdiamo il secondo seggio, la guida del partito crollerà". Critiche, quindi, sono state rivolte a Pelli, reo di strizzare l'occhiolino all'UDC, di essersi sottratto al confronto politico nella trasmissione della tv svizzera tedesca Arena e di essersi prestato a una sorta di candidatura di facciata.

Il parere di Corrado Barenco - Corrado Barenco, profondo conoscitore della politica svizzera e inviato per anni come giornalista politico della TSI a Palazzo Federale, se da un lato non crede assolutamente alla possibilità di una fronda interna che voti Schwaller per estromettere Pelli, dall'altro è convinto che se domani il PLR dovesse perdere il seggio in Consiglio federale Pelli sarebbe a rischio presidenza.  

Barenco, cominciamo da Fulvio Pelli. Il Blick tratteggia scenari in cui i parlamentari del gruppo PLR voterebbero Schwaller per mandare a casa Pelli e iniziare un nuovo corso per il PLR. Uno scenario reale?

"Sicuramente se il PLR dovesse perdere il secondo seggio la presidenza di Pelli sarebbe a rischio. Senza dubbio. Che poi ci siano all'interno dei radicali dei parlamentari che vogliano votare Schwaller per far fuori Pelli io non ci credo. È fantapolitica".

Sul Blick si parla di malumori interni e di una certa scontentezza nei confronti di Fulvio Pelli...

"Che Pelli presidente all'interno del partito non faccia l'unanimità, è evidente. A Pelli è stata concessa la presidenza fino alle elezioni federali del 2011. Solo allora si potrà decidere se la sua tattica sarà vincente. E' chiaro, però, che se il PLR dovesse perdere il secondo Consigliere federale, domani la strategia da lui adottatata in questa elezione sarà giudicata fallimentare, con tutte le conseguenze che ne conseguiranno".

Come pensa che abbia agito Pelli nella sua strategia per conservare il secondo seggio?

"La sua strategia non mi è piaciuta molto. E' la prima volta che succede che un personaggio della caratura di Fulvio Pelli abbia dimostrato una certa ambiguità. Un atteggiammento di questo tipo ha suscitato all'interno del partito incomprensioni. E' anche vero che se domani dovessero eleggere Burkhalter o Lüscher, ad uscirne vincitore sarebbe Fulvio Pelli".

Il candidato non ufficiale Marty ha possibilità di essere eletto?

"Marty ha poche speranze. I candidati non ufficiali hanno avuto una chance di elezione quando sono stati tenuti in segreto fino alla fine (v. l'elezione di Evelyne widmer schlumpf). La candidatura Marty è spuntata senza il sostegno di tutti i partiti del cantone, senza l'appoggio della deputazione ticinese, e senza quella spinta del Cantone, che avrebbe potuto rivendicare in modo un po' più concreto la presenza di un ticinese in Consiglio federale. Questo mi sembrava il momento giusto. Non è stato fatto, forse perché non si è riusciti a trovare un accordo in un Ticino distrutto politicamente e che non riesce nemmeno più in queste occasioni a ritrovarsi unito".

Un Consigliere federale ticinese deve avere per forza un occhio di riguardo per la Svizzera italiana?

"No, questo non è un fattore importante. Importante è che l'opinione del sud delle Alpi sia tenuta in considerazione in Consiglio federale dove, in un sistema di concordanza, dovrebbe prevalere il dialogo e il confronto. A questo punto mi sembra che i problemi esistenti nel sud delle Alpi siano tenuti poco in considerazione da questo governo. Governo che da dieci anni è orfano di un rappresentante ticinese".

È vero che, ai tempi di Cotti, c'era un'altra Svizzera...

"La Svizzera è cominciata a cambiare nell'88, quando è uscita Kopp dal Consiglio federale e il partito liberale, per la prima volta, ha abbandonato un suo membro di governo di Zurigo per andare a pescare Villiger a Lucerna, volendosi distanziare da quella finanza di assalto tipicamente zurighese. Le cose, in tutti i casi, sono cambiate molte volte nella storia".

Un ticinese potrebbe rendere attenti in governo delle peculiarità del nostro cantone...

"Sì, senza dubbio. Ma è un Ticino isolato, anche per colpe sue".

Ha perso il treno della modernizzazione e del dinamismo di Zurigo e dei cantoni dell'Altopiano?
"La situazione del Ticino è molto particolare. Oltre alla questione culturale e linguistica, vi è un fattore geografico che obbliga il nostro cantone a occuparsi da solo delle sue infrastrutture, delle sue università,..."

E quindi avrebbe bisogno di più aiuto dalla Confederazione...

"O meglio di una politica più lineare da parte dei ticinesi stessi. Il fatto che i partiti ticinesi non abbiano raggiunto un accordo per sostenere una candidatura ticinese in Consiglio federale è abbastanza significativo di un clima politco che promette poco".

 

p.d'a.

 

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