La legge imbavaglia i giornalisti che vogliono partecipare alle indagini sulle attività delle banche.
Ora la politica chiede una maggiore trasparenza a seguito dello scandalo "Suisse Secrets"
BERNA - La "museruola" contemplata dalla legge svizzera sulle banche ha frenato molti media elvetici dal partecipare alle indagini sulle attività del Credit Suisse, sfociate in questi giorni nello scandalo "Suisse Secrets": i giornalisti svizzeri rischiano infatti sanzioni qualora scrivessero o riportassero informazioni basate su dati rubati o trapelati illegalmente. Ora il dissenso nei confronti di questo bavaglio che di fatto limita l'informazione sta dilagando nel paese.
Il più determinato è il PS, che afferma di averne abbastanza: nelle banche svizzere vi sono soldi di potentati, di criminali di guerra e di altri delinquenti. Il partito esige una regolamentazione che metta finalmente fine a questi dubbi affari delle banche elvetiche. In particolare bisognerà eliminare l'articolo "museruola" incluso nella legge sulle banche.
Esprimendosi davanti alla stampa all'indomani delle rivelazioni, il co-presidente e consigliere nazionale argoviese Cédric Wermuth ha affermato che attualmente è il Credit Suisse ad essere sotto i riflettori, ma non è il solo ad avere un comportamento problematico. In Svizzera le banche approfittano della mancanza di trasparenza e di una politica che distoglie lo sguardo. Se il paese non vuole subire ulteriori danni alla sua reputazione deve fare pulizia ora. Ma il Parlamento rema in tutt'altra direzione, ha enfatizzato Wermuth.
Finma, sanzioni più severe - Dal canto suo la consigliera nazionale Prisca Birrer-Heimo (PS/LU) ha chiesto che l'Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (Finma) possa infliggere sanzioni più severe. Samuel Bendahan, vicepresidente del PS e consigliere nazionale di Vaud, ha sottolineato che la corruzione e la mancanza di trasparenza nel settore bancario, così come la limitata libertà dei media, sono una vergogna. Si deve permettere ai media di fare il loro lavoro.
Per i Verdi, le recenti rivelazioni mostrano senza alcun dubbio che le banche svizzere continuano a fare affari con dittatori, autocrati e criminali. E sono protetti in questo dall'articolo 47 della legge sulle banche, articolo voluto a suo tempo dal PLR. Con una mozione presentata oggi, il Partito ecologista chiede una revisione immediata della legge.
Trasparenza - Inoltre, chiede che si renda pubblico il sostegno finanziario di Credit Suisse e delle altre grandi banche al PLR, ad altri gruppi parlamentari e ai singoli deputati. Nella mozione si chiede pure che lo scambio automatico di informazioni venga esteso ai paesi più poveri. Secondo i Verdi, gli "Suisse Secrets" mostrano la necessità di registri pubblici e di comunicare con trasparenza in quali paesi le grandi aziende abbiano realizzato i loro profitti.
L'organizzazione Reporter senza frontiere dal canto suo in una nota rileva che la legge sulla violazione del segreto bancario da parte di terzi sulla base di dati ottenuti illegalmente contraddice sia la Costituzione federale che la Convenzione europea dei diritti umani.
La giurisprudenza generale sulla libertà dei media considera inammissibile perseguire i giornalisti sulla base di una fonte illegale. Il Consiglio federale e il Parlamento devono quindi imperativamente rivedere la legge in questione. Reporter senza frontiere chiede alle autorità giudiziarie di dare prova di buon senso finché la revisione non sarà andata in porto.