Karin Keller-Sutter ha presentato la posizione del Consiglio federale sull'iniziativa in votazione il 28 novembre.
Il sistema attualmente in vigore prevede che sia il Parlamento a eleggere i giudici federali e ad assumersene la responsabilità politica. «Una legittimazione che verrebbe indebolita dal sorteggio», secondo il Governo.
BERNA - L'attuale sistema di elezione dei giudici federali è democratico e trasparente e garantisce un'equa rappresentanza sociale e politica. Lo ha ribadito oggi la consigliera federale Karin Keller-Sutter lanciando la campagna contro l'iniziativa popolare "Per la designazione dei giudici federali mediante sorteggio (Iniziativa sulla giustizia)", in votazione il 28 novembre.
Il sorteggio si basa sul caso, non è un'elezione democratica e non garantisce che vangano scelti i candidati più idonei a ricoprire la carica, ha detto in conferenza stampa la responsabile del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP). Il sistema ora in vigore invece prevede che sia il Parlamento ad eleggere i giudici e ad assumersene la responsabilità politica. Il Tribunale federale quindi gode quindi di legittimazione democratica, importante anche per l'accettazione delle sentenze da parte della popolazione. Con il sorteggio questa verrebbe indebolita.
Per governo e parlamento il sistema attuale funziona bene. D'altronde lo studio pubblicato ogni anno dall'Accademia militare (ACMIL) e dal Center for Security Studies (CSS) del Politecnico federale di Zurigo dimostra che gli svizzeri hanno un elevato grado di fiducia nei tribunali, ha sottolineato Karin Keller-Sutter.
L'attuale procedura garantisce un'equa rappresentanza delle «diverse correnti sociali e posizioni politiche in seno al Tribunale federale» poiché l'Assemblea federale, nella scelta dei candidati, tiene conto della forza elettorale dei partiti. Il Parlamento pondera anche altri criteri, come il sesso, l'età o la regione di provenienza.
Il sorteggio non fornisce queste garanzie o quantomeno non nella stessa misura, ha aggiunto Keller-Sutter. Esiste quindi il rischio che si crei «uno squilibrio nella rappresentanza di determinati partiti, valori o persone di un dato sesso». Non è neppure conforme alla tradizione svizzera, tanto è vero che nessun cantone ha scelto di eleggere i giudici per sorteggio, ha aggiunto la responsabile del DFGP.
La consigliera federale ha poi respinto il rimprovero dei promotori dell'iniziativa, secondo i quali i giudici federali temono di emettere sentenze indipendenti per paura di non essere rieletti. La realtà dimostra il contrario: i giudici federali rispettano il principio di indipendenza sancito nella Costituzione e il Parlamento non ha mai bocciato la rielezione a un giudice a causa di una sentenza, ha puntualizzato.
L'iniziativa chiede che in futuro i giudici del Tribunale federale siano designati mediante sorteggio e che il mandato cessi cinque anni dopo l'età ordinaria di pensionamento. L'Assemblea federale dovrebbe intervenire solo in caso di gravi violazioni o malattia. I candidati verrebbero valutati da una commissione peritale indipendente nominata dal Consiglio federale, tenendo conto di un'adeguata rappresentanza delle lingue ufficiali.