Il decreto di chiusura riguarda anche i negozi di piantine e sementi. Caminada: «L'orto come occasione per stare a casa»
L'azienda fondata nel 1887 ha messo in piedi uno shop online. Ma la stagione del coronavirus resta gravida di incertezze: «Il 65% della cifra d'affari viene fatta tra marzo e giugno»
CADEMPINO - «L'insalata era nell'orto...». Con queste parole nel 1939 una canzone maramaldeggiava la morte di Maramao, nonostante quest'ultimo avesse a portata di mano tutto l'essenziale: «Pan e vin non ti mancavan (...) e una casa avevi tu». Ottant'anni dopo i bisogni vitali restano gli stessi. Anzi no, perché gli orti sono per lo più fermi a causa della chiusura dei negozi di sementi e piantine decisa dalle autorità. Come noto, i centri specializzati, ma anche i reparti di giardinaggio-orticoltura annessi ai supermercati, sono oggi preclusi ai clienti come bar, ristoranti e negozi di abbigliamento. Un blocco contestato negli scorsi giorni dai Verdi del Ticino che, sull'onda anche di una petizione lanciata da un granconsigliere neocastellano, chiedono di considerare sementi e piantine da orto un bene di prima necessità.
La prima volta in 130 anni - Tale richiesta farà il proprio corso, ma la natura non aspetta. Aprile è alle porte e molti hobbisti della vanga scalpitano. Una primavera così è un unicum anche per la Caminada sementi, fondata nel 1887. «Ci siamo da oltre 130 anni ed è un momento di grande incertezza» dice il titolare Raffaele Caminada. Il negozio a Cadempino è chiuso, o meglio «siamo aperti solo per i campi-professionisti, cioè gli orticoltori, agricoltori e viticoltori la cui attività prosegue». È il settore primario che giustamente deve continuare perché ne va del sostentamento diretto della popolazione.
L'orto va online - Per la clientela non professionista alla Caminada hanno predisposto una soluzione d'emergenza: «Da ieri abbiamo potenziato il nostro shop online, dove si potranno ordinare più di mille articoli. In pratica è un centro di giardinaggio virtuale con consegna a domicilio effettuata da professionisti. Semi, piantine, fiori, piante da vivaio, terriccio e prodotti fitosanitari... si potrà ordinare un po' di tutto».
Stimolo per stare a casa - Al di là dell'aspetto commerciale, l'iniziativa ha anche dei risvolti positivi dal profilo sanitario. «Vogliamo far sì che la gente possa fare l'orto e avere una ragione in più per stare a casa». Casa, ci fosse bisogno di ricordarlo, è anche quella zolla di terra in giardino o sul terrazzo o sul davanzale della finestra. La stagione, smaltite le ultime code d'inverno, è ormai propizia per la semina e la piantagione.
Ma anche prodotti freschi - L'orto per scaricare lo stress, ma non solo. «Capisco che il Governo abbia altro a cui pensare in questo momento. Tuttavia - continua Caminada - non andrebbe sottovalutato l'autosostentamento fornito dall'orto. Non sappiamo quanto durerà, ma coltivare e poter mangiare le proprie verdure permette di dipendere meno dalla spesa».
Mazzata Covid - L'effetto coronavirus si farà sentire anche nel settore del verde: «Il 60-65% della nostra cifra d'affari viene fatta tra marzo e giugno - afferma Caminada - Il grosso con i giardinieri, ora fermi, e gli orticoltori. Ma in stagione, nel negozio, ci sono giornate in cui serviamo 400 clienti non professionisti. Un altro problema sono gli accordi con i fornitori che hanno già seminato le piantine. Sono accordi che devo onorare. Gli aiuti statali vanno bene, ma bisognerà pensare anche a chi avrà perdite di questo tipo».
Giardini incolti - Un altro settore messo in pausa è quello dei giardinieri, che forse, almeno questo si vocifera ma non c'è nessuna certezza, dalla prossima settimana potrebbero - in parte - ripartire. «Un cantiere edile può essere riattivato anche dopo mesi di stop, la natura invece no, non si può fermare. Ma in questo momento è difficile anche fare da sé nel giardino, se dovesse mancare qualche attrezzo».