Sull’inquinamento del Cassarate, il capo intervento dei pompieri fa il punto: «Smuoveremo le acque per la bonifica».
Secondo le ipotesi più accreditate al momento non si tratterebbe di uno sversamento volontario quanto piuttosto di un incidente o un difetto costruttivo di qualche edificio.
LUGANO - «Nessuna cisterna svuotata nel fiume, nessuna moria di pesci e soprattutto nessuna certezza sulla tipologia della sostanza rilevata nelle acque». Omar Della Chiesa, capo intervento dei pompieri di Lugano fa chiarezza sulla situazione in cui versa attualmente il Cassarate, dopo l'inquinamento registrato lunedì in serata.
Il capitano, di fatto, smentisce alcune dichiarazioni secondo le quali si tratterebbe di una catastrofe naturale unica nel suo genere: «Negli anni abbiamo già riscontrato situazioni come questa. Tra l'altro Tiziano Putelli, dell'Ufficio della caccia e della pesca, ha spiegato che di pesci morti non ne sono stati trovati e che questo tipo di inquinamento non causa danni all'ecosistema».
Le indagini porterebbero in tutt'altra direzione rispetto a quella dello sversamento volontario: «Abbiamo già registrato un episodio simile nei mesi scorsi. Stiamo indagando a ritroso, dal fiume verso le canalizzazioni. Il sospetto è che la sostanza provenga da qualche edificio o fabbrica e sia conseguenza di un difetto di costruzione o di un qualsivoglia episodio accidentale. Non si può nemmeno parlare di benzina o nafta, sostanze che hanno odori molto forti e quindi facilmente identificabili. Di quale idrocarburo si tratti non lo sappiamo ancora, ma le indagini di laboratorio sono in corso».
Insomma, le ricerche messe in atto sono complesse e non è detto che possano portare risultati. Efficaci, anche se più complesse del previsto, saranno invece le operazioni di bonifica che partiranno in mattinata. «La sostanza oleosa non è più solo sulla superficie dell'acqua, ma si è posata anche sul fondo per un tratto di circa 800 metri. Per poterla recuperare, dunque, dovremmo smuovere le acque e farla riemergere». Per questo è possibile che parte degli oli si spostino. «Potrebbero arrivare fino a gli sbarramenti posati prima della Foce, senza comunque mettere a rischio la balneabilità nel lago di Lugano e alla foce del Cassarate».