Le precipitazioni di febbraio e inizio marzo sono state un toccasana per il Cantone. Ne abbiamo parlato con Nicola Gobbi di MeteoSvizzera.
BELLINZONA - Pioggia. Pioggia. E ancora pioggia. I primi dieci giorni di marzo si sono rivelati alquanto umidi in Ticino. Una "noia", avranno pensato alcuni. Ma in verità l'acqua caduta in questi giorni - ma anche quella del mese di febbraio che per quel che concerne le precipitazioni è stato da record - è un vero e proprio toccasana per il nostro Cantone, confrontato da ormai diversi anni con il problema della siccità e con un deficit idrico che a causa delle scarse precipitazioni precedenti "divampa" soprattutto nel corso dell'estate.
Normali ma precoci - Per fare il punto su come queste piogge abbiano modificato la "quotazione" dell'Oro Blu in Ticino - a una decina di giorni dalla giornata mondiale dell'acqua che si celebra il 22 marzo - abbiamo interpellato MeteoSvizzera. «Considerando Locarno Monti come riferimento per il decimo giorno di marzo siamo attualmente oltre la norma (1991-2020) con 101 millimetri precipitati rispetto un mediano attorno ai 40 millimetri», sottolinea Nicola Gobbi, precisando però che entro la fine del mese si rientrerà probabilmente nella normale variabilità di questo mese che può avere accumuli da pochi millimetri fino a oltre 400 millimetri di cumuli mensili. «Per marzo le precipitazioni attuali - fa presente il meteorologo - sono quindi da considerarsi normali, anche se un po’ precoci e concentrate sulla prima decade del mese».
Manna dal cielo - Precoci o no, la pioggia e la neve cadute negli ultimi tempi hanno fatto un gran bene alla situazione idrica del nostro Cantone. «Sicuramente il ritorno della neve in quota porta a incrementare le riserve idriche per la prossima estate, anche se il manto nevoso accumulato in periodo tardivo non ha una consistenza tale da portarsi verso la primavera inoltrata ma sarà destinato a fondersi in fretta», sottolinea Gobbi, concludendo poi con un'ottima notizia.« Generalmente il deficit idrico delle stagioni passate può considerarsi risolto, salvo eccezioni locali. Questo grazie in particolare a un febbraio che è stato fra i più bagnati di sempre, come anche nell’autunno 2023».