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CANTONE«Si teme la solitudine. E così non si denuncia»

09.09.24 - 06:30
La polizia ticinese interviene tre volte al giorno per casi di violenza domestica. L'impegno di Luana Riva, co fondatrice di "Mai più sola".
Depositphotos
«Si teme la solitudine. E così non si denuncia»
La polizia ticinese interviene tre volte al giorno per casi di violenza domestica. L'impegno di Luana Riva, co fondatrice di "Mai più sola".

LOCARNO - Tre interventi al giorno per casi di violenza domestica. È l'inquietante statistica con cui è confrontata la polizia cantonale ticinese. «E la situazione non sembra migliorare», sostiene Luana Riva che con la figlia due anni fa ha fondato l'associazione "Mai più sola". 

«Settanta vittime ci hanno cercato» – Associazione che il prossimo 29 settembre a Locarno porterà in scena "Dio come ti amo" (si veda il box in basso). Uno spettacolo per "uomini che amano le donne". «Non possiamo smettere di sensibilizzare. La nostra è una missione. Finora si sono rivolte a noi una settantina di vittime. Prevalentemente donne. Ma anche due uomini. A noi arrivano soprattutto via social o passaparola».

Tante sfumature – Il risultato, stando a quanto racconta Luana Riva, è disarmante. «La violenza domestica ha tante sfumature: psicologica, fisica, sessuale, economica. C'è anche quella velata: in cui il partner ti fa un complimento e allo stesso tempo nella medesima frase ti dà una mazzata. È così che certe frecciatine vanno avanti per anni, distruggendo una persona. Guardate che prima di arrivare alle mani c'è un'escalation di altro». 

Paure – Riva è certa di un aspetto: «I tre casi al giorno che fanno statistica sono solo quelli ufficiali. C'è tutta una serie di circostanze in cui la vittima, anche se percossa, non denuncia quanto subisce. Magari non va nemmeno al pronto soccorso per avere un certificato che potrebbe essere importante. A volte le paure che si hanno sono più forti di tutto». 

Autostima – E sono frutto di blocchi che arrivano da lontano. «Non si riesce a lasciare una persona anche se è tossica perché affettivamente si dipende da lei. È il tema che affronteremo il 30 gennaio a Lugano con la criminologa italiana Roberta Bruzzone. C'è un problema di autostima alla base. O di modelli di riferimento che hanno formato una personalità fragile dal profilo affettivo. Si teme di restare soli, di essere abbandonati».

E dopo? – Ma poi c'è dell'altro. «La vittima teme che il "carnefice" subisca una punizione leggera. O che appena smaltita la pena, torni a delinquere. Noi collaboriamo con le istituzioni affinché le vittime denuncino. Non sempre però le sentenze dei giudici corrispondono alle aspettative». 

Riabilitazione – Il carcere? «Non per forza ha una funzione riabilitativa. Dipende dalle persone. E poi bisogna dire che quando ci sono misure coercitive, ad esempio con partner che devono stare lontani dalla vittima, i controlli sono pochi».  

«Servono più poliziotti» – Con la polizia Luana Riva sostiene di avere un rapporto diretto, schietto. «C'è chi vorrebbe meno poliziotti in giro. Io dico il contrario. Servono, anche come deterrente. A volte hanno davvero giornate stressanti. Sono preparati ma non dimentichiamoci che sono esseri umani. Un potenziamento rappresenterebbe un valido sostegno. Poi, certo, servono formazioni continue nell'ambito della violenza domestica». 

I passi giusti per denunciare – Parola d'ordine: rompere il silenzio. «Se tu non denunci, la persona che c'è dall'altra parte non smetterà mai di comportarsi male. La nostra associazione aiuta le vittime a fare i passi giusti e a trovare coraggio. Facciamo anche da filtro, perché a volte ci sono persone che si inventano una violenza. E non va dimenticato».

Segnale forte – Luana Riva è una donna che porta su di sé le cicatrici della violenza. «Anche io ne ho subita in passato. Magari sembro rognosa. Ma è una grinta che voglio trasmettere alle vittime. Anche quando andiamo nelle scuole. A volte ti trovi di fronte studenti che non riflettono abbastanza sul significato di violenza. E allora ti tocca dare loro un segnale forte. Non smetteremo di credere in ciò che facciamo».

Dio come ti amo: domenica 29 settembre
L'appuntamento è per domenica 29 settembre al Teatro di Locarno. In scena andrà "Dio come ti amo... Per uomini che amano le donne" scritto e interpretato da Ettore Bassi (che è anche regista) e Debora Iannotta. Le musiche originali sono di Lino Pariota. Il ricavato andrà devoluto a "Mai più sola" e alla Fondazione Tamagni. Prevendita su biglietteria.ch

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COMMENTI
 

Sereno 1 sett fa su tio
La violenza domestica, come scritto nell’articolo, è fisica e psicologica. Spesso si dimentica gli abusi psicologici ed i ricatti che anche (e non solo loro!) gli uomini subiscono per anni. Non lasciano lividi denunciabili attraverso un referto medico ottenuto pronto soccorso. Sono violenze subdole subite come rinchiusi in una camera afona. Forse se invece di Parlare di di “solitudine” al femminile, si cominciasse a parlare di esseri umani traumatizzati e che subiscono violenza, si potrebbe iniziare ad abbattere le omertà costituite dai preconcetti dei muri (binari) di genere, dietro cui si edulcora la realtà di fondo: la violenza non in se!

rosi 1 sett fa su tio
Risposta a Sereno
sono d'accordo con te, bisogna fare un discorso comune, parlare di uomini e donne. Anche molti uomini subiscono passivamente atteggiamenti verbali aggressivi da parte di molte donne. Comunque l'esempio della famiglia d'origine è fondamentale: rispetto di se stessi, delle donne, degli uomini. Poche parole ma atteggiamenti rispettosi fanno la differenza.

Arrosto72 1 sett fa su tio
Non capisco perché si parli solo di uomini ... vorrei ricordare che anche le donne "menano le mani" e la fanno spesso franca, per gli stessi motivi. La solita discriminazione verso gli uomini ... solo gli uomini picchiano le donne e diventano automaticamente delle persone da emarginare e colpevolizzare ... Quando lo fanno le donne? "Bisogna guardare a cosa c'è stato", "Era in una situazione difficile", e via con tutte le motivazioni possibili ... La parità dei sessi è molto lontana.

nuska 1 sett fa su tio
L'educazione in famiglia ò alla base di tutto!

saijon 1 sett fa su tio
Educare anche i maschi a una vita emotivamente più inclusiva, invece di istruirli solo al rendimento produttivo e lavorativo, affinché i padri abbiano più tempo per educare e si possa uscire dal circolo vizioso dell'istrionismo.

Johnnybravo 1 sett fa su tio
Risposta a saijon
👍

Flet 1 sett fa su tio
Quando un bambino non viene educato sin da piccolo di rispettare tutte le persone e le donne il problema ci sarà!

Sereno 1 sett fa su tio
Risposta a Flet
Anche quando una bambina vede una madre arrogante, femminista non rispettare umanamente il padre impara a fare violenza dalla madre… (Per essere corretti politicamente e non fare discorsi sessisti! ) La parità vale nei due sensi! (Almeno in teoria)

rosi 1 sett fa su tio
perchè una criminologa a discutere di questi gravi problemi? Non sarebbe stato meglio una/uno psicoterapeuta che ogni giorni si confronta con queste situazioni anche per comprendere meglio le origini di questi forti disagi?

Johnnybravo 1 sett fa su tio
Risposta a rosi
Il criminologo, grazie a una formazione specifica che integra psicologia, sociologia, diritto e politiche criminali, è in grado di analizzare i reati da molteplici prospettive. Questa expertise lo rende una figura chiave nell'ambito della prevenzione, dell'intervento e della ricerca sulla criminalità. Mentre lo psicologo si concentra principalmente sui processi mentali individuali, il criminologo adotta un approccio più ampio, studiando i fattori sociali, culturali e istituzionali che influenzano la criminalità.

rosi 1 sett fa su tio
Risposta a Johnnybravo
qui non parliamo di reati ma di situazioni psico-sociali gravi, si dovrebbero approfondire maggiormente le"motivazioni" personali di chi aggredisce, anche "solo" verbalmente e di chi subisce spesso passivamente. Si devono affrontare i problemi prima che ci sia reato. La crimonologa in questione, sicuramente preparata, viene spesso interpellata a reato commesso.

Johnnybravo 1 sett fa su tio
Risposta a rosi
Comprendo il tuo punto di vista, tuttavia, è importante sottolineare che il lavoro del criminologo va oltre l'analisi post-reato. Infatti, la sua figura riveste un ruolo cruciale anche nella fase preventiva, ad esempio nella valutazione del rischio e nel supporto alle potenziali vittime. La prevenzione rappresenta un aspetto cruciale della disciplina. Ti auguro una buona giornata Rosi.
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