L'MPS attacca ferocemente i due neo-nominati (al secondo scrutinio) dal Gran Consiglio: «Il presidente uscente ha ottenuto 31 voti. Bersani un risultato penoso. Il Cda esce parecchio malconcio»
BELLINZONA - È scoppiata la polemica - oggi nella sala del Gran Consiglio - durante il rinnovo del Consiglio di amministrazione dell'Ente Ospedaliero Cantonale. Ad accendere la miccia erano stati gli esponenti dell'MPS che avevano chiesto il rinvio della discussione.
La proposta, rispedita al mittente, non ha però spento l'ardore di Matteo Pronzini e soci che hanno attaccato soprattutto Paolo Sanvido e Andrea Bersani. Entrambi, infatti, hanno dovuto ricorrere al secondo scrutinio per venire eletti in seno al Cda. Nel primo (nel quale era necessaria una maggioranza assoluta) Sanvido si è fermato a 39, mentre Bersani addirittura a 35 (84 le schede distribuite).
Nella seconda, che ha portato alla loro elezioni, ben 44 schede delle 82 rientrate erano bianche. «Non vi sono dubbi che ilCda dell'EOC esca un po' malconcio», chiosano quelli dell'MPS. «Basti pensare che il presidente uscente ha ottenuto 31 voti, nemmeno la maggioranza dei deputati presenti. E che dire poi del penoso risultato (27 voti) ottenuto dalla new entry Andrea Bersani».
Visti i risultati, per l'MPS a Sanvido e Bersani non resta che una sola scelta. «Dovrebbero, se hanno un minimo di dignità politica, rinunciare a questa elezione. E un pensiero simile dovrebbero fare tutti gli altri membri rieletti».
Anche l'UDF deplora «l’eticamente scorretta» elezione del CdA dell’EOC - Anche Unione Democratica Federale deplora l'elezione del CdA dell’EOC definendola senza mezzi termini «eticamente scorretta». «Il CdS - sottolinea il deputato Edo Pellegrini - proponeva 7 candidati per 7 posti, cosa poco opportuna dal nostro punto di vista e che non dava, in sostanza, alcuna possibilità di scelta al Gran Consiglio».
«Al primo scrutinio - prosegue Pellegrini - era necessaria la maggioranza assoluta dei presenti che non è stata raggiunta da due candidati che, evidentemente, non sono graditi alla netta maggioranza del Gran Consiglio. Si è resa necessaria una seconda votazione, a maggioranza relativa, con due candidati per due posti da occupare!». Pur riconoscendo la legalità dell’elezione, UDF ritiene tutto ciò «una evidente forzatura delle regole democratiche poiché i due candidati sono stati eletti da una netta minoranza dei Granconsiglieri». UDF si augura che «entrambi traggano l’unica conclusione eticamente accettabile e l’unica rispettosa della volontà della chiara maggioranza del Parlamento e rinuncino alla carica».