Sara Beretta Piccoli interroga il Municipio di Lugano sul «non ossequio di una tradizione che risale al 1825»
LUGANO - Risale al 16 maggio del 1825 la disposizione testamentaria del canonico Domenico Somazzi, patrizio Luganese, che prevedeva la distribuzione “ai poveri della città e dei sobborghi di mille pagnotte di frumento da tre soldi cadauna” ogni 17 di gennaio. Si tratta di una usanza radicata nel cuore di molti luganesi.
Sara Beretta Piccoli, consigliera comunale indipendente, fa presente che «dopo la pausa della distribuzione legata alla pandemia, quest’anno si sarebbe dovuta riprendere la tradizione, ma per qualche motivo non chiaro, questo non è avvenuto».
In un momento storico come quello attuale «in cui, veramente, molte persone fanno anche fatica a procurarsi il pane e non solo quello, non sarebbe stato il caso di perpetuare questa tradizione dandogli il giusto peso?» si chiede la consigliera. E gira i suoi interrogativi al Municipio di Lugano. Diverse le questioni affidate a una interpellanza. Ad esempio: «Chi ha deciso di non perpetuare questa tradizione centenaria? La questione è stata discussa in Municipio? Se sì, chi era a favore? Se no, per quale motivo?».
E domanda al Municipio anche «quali altre tradizioni luganesi o legati si pensa in futuro di abolire con questa modalità e se verranno abolite anche le tradizioni legate ai volontari luganesi o altre tradizioni cittadine».
La consigliera affonda ancora di più le domande: «Perché la popolazione o il Consiglio Comunale non è stato informato di questa decisione? Qual è il costo del pane per ossequiare questa tradizione e quanto è costato l’aperitivo offerto alla popolazione il primo di gennaio?».
La parola passa adesso al Municipio.