Un contributo di Erika Franc, I Verdi, Bellinzona
Il 15 maggio voteremo sui contributi aggiuntivi all’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera Frontex. Un sì significherebbe aumentare del quadruplo l’attuale finanziamento. Si tratta di un finanziamento pericoloso poiché l’agenzia è stata criticata per avere grandi lacune nel garantire i diritti fondamentali e nei suoi sistemi di segnalazione che non portano né a una responsabilità vincolante né a un controllo efficace del suo operato alle frontiere. Diversi casi sono attualmente pendenti contro Frontex a causa di denunce per violazioni dei diritti umani e le accuse di corruzione.
I sostenitori dell’oggetto in votazione affermano che, per poter restare nello spazio Schengen, la Svizzera è obbligata a pagare questi importi maggiorati. Tuttavia, ciò non corrisponde al vero, secondo l'ex professore di diritto costituzionale Rainer J. Schweizer né l'UE né la Svizzera hanno alcun interesse ad interrompere gli accordi di Schengen. La Svizzera ha adottato più di 370 regolamenti con l'UE nel quadro di Schengen, un ritiro degli accordi non potrebbe più essere soggetta alla "clausola ghigliottina". Ovvero, malgrado il rifiuto di un regolamento, come sarebbe il caso se vincesse il “NO” a questa proposta di espansione di Frontex, si può auspicare di continuare gli accordi di Schengen.
In caso di "No", la Svizzera entrerà nei negoziati con l'UE per la continuazione dell'appartenenza agli accordi di Schengen. In questo modo, la Svizzera deve esigere il necessario riorientamento di Frontex - in particolare la protezione delle persone dall'annegamento - e impegnarsi a sostenere il rafforzamento dei diritti umani alle frontiere.
Votando "no" all'espansione di Frontex, stiamo mettendo in chiaro che non tollereremo le violazioni dei diritti umani.