Svelati gli obiettivi futuri dell’Ente Ospedaliero cantonale. E sul Cardiocentro Paolo Sanvido precisa: «Nulla cambierà»
BELLINZONA - L’Ente Ospedaliero Cantonale scende in campo e nell’acceso dibattito infiammato dalla miccia del Cardiocentro che non ne vuol sapere di rientrare sotto il cappello dell’EOC, tira fuori la parola magica: che è “insieme”. «Lavorare insieme, insieme ogni giorno, insieme sul territorio e insieme verso l’Università». È questa l’impostazione del nuovo Piano strategico dell’EOC per il quadriennio 2018-21, focalizzato sul concetto di lavorare assieme, per consentire ai collaboratori di offrire al paziente le migliori cure possibili su tutto il territorio. E sulla volontà alla collaborazione l’EOC ha insistito parecchio per liberare il campo da ogni dubbio: «Con il Cardiocentro vogliamo essere collaborativi, non abbiamo mai abbandonato il tavolo delle trattative». Paolo Sanvido, presidente del Consiglio d’amministrazione dell’EOC, ha voluto precisare che il Cardiocentro resterà così com’è. «L’unica cosa che cambierà è che non ci saranno più le sette poltrone del Consiglio di fondazione, e che il direttore sanitario Tiziano Moccetti andrà in pensione e il suo testimone passerà al delfino Giovanni Pedrazzini», attuale coprimario di cardiologia .
Nella conferenza stampa tenutasi questa mattina a Bellinzona, i vertici hanno dunque presentato le linee del Piano strategico, che ha sostanzialmente due obiettivi: da una parte «mantenere elevata l’attenzione verso la qualità delle cure erogate e il loro valore per i pazienti», dall’altra «assicurare all’EOC una maggiore solidità finanziaria». Obiettivi che mirano a 14 progetti che toccano cinque diversi ambiti, si va dall’offerta delle cure, fino ad arrivare alla logistica, passando per governance, università, efficienza ed appropriatezza.
Tutto ciò - è stato detto a chiare lettere - per «offrire alla popolazione cure appropriate e sempre migliori e ai professionisti del settore sanitario un’opportunità formativa attrattiva, nonché la possibilità di contribuire allo sviluppo della medicina con attività di ricerca riconosciuta a livello nazionale e internazionale».