Le bucalettere si preparano all'invasione elettorale. È possibile premunirsi? Il caso di una famiglia del Malcantone fa pensare di no
NOVAGGIO - Le elezioni cantonali si avvicinano, la campagna elettorale è ufficialmente iniziata. E le cassette postali dei ticinesi si preparano all'invasione. È possibile – e come – mettersi al riparo dai “santini” politici e dallo spam cartaceo che nei prossimi mesi si accumulerà nella bucalettere?
La domanda, in tempi di sfiducia verso i partiti, qualcuno se la pone. Una risposta l'ha trovata nelle scorse settimane una famiglia del Malcantone. «Semplicemente è impossibile» raccontano esasperati Michele e Alessia Blum, che dopo avere apposto l'adesivo “nessuna pubblicità per favore” fuori da casa loro a Novaggio, hanno constatato che «il volume delle scartoffie non calava» e hanno fatto reclamo tre volte alla Posta.
Niente da fare. Ai solleciti il gigante giallo replica di rispettare la volontà dei clienti. «Bisogna però distinguere tra invii commerciali e invii ufficiali» precisa la portavoce Nathalie Dérobert Fellay. Sfuggono al “filtro” le lettere delle istituzioni e delle aziende pubbliche, «a condizione che non perseguano principalmente uno scopo commerciale». Idem per le associazioni no profit, i comitati a-partitici e i partiti politici.
Uno «spreco enorme di carta e risorse» secondo la famiglia Blum, e anche secondo l'Associazione consumatori della Svizzera italiana. «Fa specie che sia così difficile, per chi non lo desidera, smettere di ricevere questa mole di carta» commenta Ivan Campari dell'Acsi. «Le eccezioni previste dalla Posta sono ampie e labili, ci può finire dentro di tutto e di più. Occorrerebbe un regolamento diverso, meno in contraddizione con i principi ecologisti che l'azienda ha fatto propri». Lo stesso vale, in fondo, per diversi esponenti politici.