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SVIZZERAVia libera a ulteriori sanzioni contro la Russia

09.07.24 - 12:31
A finire nel mirino del DEFR sono finite altre 69 persone fisiche e 47 società e organizzazioni.
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Fonte ats
Via libera a ulteriori sanzioni contro la Russia
A finire nel mirino del DEFR sono finite altre 69 persone fisiche e 47 società e organizzazioni.

BERNA - Entra in vigore stasera anche in Svizzera il 14esimo pacchetto di sanzioni contro la Russia deciso dall'UE lo scorso 24 giugno. A finire nel mirino del Dipartimento federale dell'economia, della formazione e della ricerca (DEFR) sono altre 69 persone fisiche e 47 società e organizzazioni.

I nuovi inserimenti in elenco riguardano imprenditori, propagandisti e membri dell'esercito e della magistratura. Le sanzioni interessano i responsabili della deportazione in Russia di minori ucraini, così come membri del Servizio federale di sicurezza (FSB, ex KGB).

Tra le imprese e organizzazioni in elenco si tratta prevalentemente di imprese d'armamento e di aziende che concorrono attivamente all'elusione delle sanzioni mediante operazioni in ambito finanziario e commerciale. Complessivamente, sono oltre 2200 le persone, aziende e organizzazioni punite nell'ambito del regime sanzionatorio contro la Russia. Questo totale corrisponde a quello dell'UE.

Il 14esimo pacchetto dell'UE prevede una serie di ulteriori misure nel settore energetico, finanziario e commerciale. Tali provvedimenti sono attualmente allo studio affinché il Consiglio federale possa deliberare sull'eventuale ripresa delle nuove sanzioni, precisa il DEFR.

Il DEFR ha sottoposto anche i quattro media Voice of Europe, RIA Novosti, Izvestija e Rossiiskaja Gazeta a un divieto di pubblicità «a causa delle continue campagne di propaganda e disinformazione della Russia». A differenza delle misure adottate a livello europeo, in Svizzera questi media non sono soggetti al divieto di trasmissione. Pur trattandosi, secondo il comunicato, di strumenti di propaganda e disinformazione mirata utilizzati dalla Russia, il Consiglio federale crede ancora che sia più efficace rispondere con i fatti a dichiarazioni fallaci e dannose, anziché vietarle.

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