Cerca e trova immobili

LUGANOProcesso Siciliano, la giornata dei silenzi e dei "Non so"

18.11.10 - 20:35
Marco Siciliano richiamato dal giudice: "Domani sia più chiaro e deciso!". Si riparte domani con la descrizione dei fatti che portarono a quel tragico 25 marzo, giorno della morte della moglie Beatrice Sulmoni
None
Processo Siciliano, la giornata dei silenzi e dei "Non so"
Marco Siciliano richiamato dal giudice: "Domani sia più chiaro e deciso!". Si riparte domani con la descrizione dei fatti che portarono a quel tragico 25 marzo, giorno della morte della moglie Beatrice Sulmoni

LUGANO - Tanti "non so", "Se lei dice così". E' stato un Marco Siciliano fragile quello visto oggi in aula in questo primo giorno di processo.

Smagrito, con una camicia bianca a quadrettoni blu e jeans, capelli corti e basette Marco Siciliano aveva sulla sua destra il procuratore pubblico Rosa Item e l'avvocato Respini a tutela della parte civile della famiglia di Beatrice Sulmoni e alla sua sinistra il suo avvocato, il chiassese Marco Frigerio.

A parlare oggi non è stato Siciliano, ma la presidente della Corte, il giudice Agnese Balestra Bianchi, che ha illustrato alla Corte alcuni particolari della vita di Siciliano e tracciato il rapporto con la moglie. L'imputato, incalzato dalla presidente della giuria, si è barricato spesso dietro a risposte generiche formulate con frasi interrotte e che si limitavano al non so.

La personalità emersa dell'imputato è quella di un uomo che della sua vita, a partire dal suo 24esimo anno, quando sposò Beatrice Sulmoni (conosciuta nella Guggen band degli Spacatimpan di Chiasso e che di anni ne aveva già 28), ha subito gli eventi senza mai prendere in mano la situazione. Un ragazzo fondalmentalmente immaturo che, come ha riferito la giudice Agnese Balestra Bianchi "chiamava capo sua moglie". Beatrice, invece, era una donna determinata, sicura di sé, che sapeva quello che voleva e che aveva attorno a sé l'affetto di una famiglia numerosa. E lei voleva una famiglia sul modello dei suoi genitori, unita.

E' un quadretto familiare piccolo borghese, la casa, la famiglia, una professione che assicura una certa tranquillità finanziaria. Non mancava niente. E mentre Beatrice lottava giorno dopo giorno per realizzare i progetti, per concretizzare i suoi sogni di donna felice di essere moglie e madre, Siciliano pian piano si allontanava, inesorabilmente, dalle responsabilità familiari. La gestione delle finanze familiari era totalmente in mano a Beatrice che, dopo la nascita del primo figlio, nel 2003 aveva lasciato il suo posto in banca alla BUC, la ex Banca Unione di Credito poi venduta alla BSI.

Per Siciliano, giudicato dallo psichiatra legale "normale", comincia una doppia vita. Di giorno impegnato nel suo lavoro di fisioterapista nel suo studio di Chiasso e alla clinica di Novaggio e di sera davanti al computer, in cerca di sensazioni forti, di donne che potessero appagare il suo appetito sessuale in giochi erotici virtuali o da incontrare in incontri clandestini. Un vizietto questo, un'abitudine iniziata per gioco già nel 1999 e che poi non ha più saputo frenare. Fondamentalmente Siciliano, nel volere mantenere la sua parvenza di uomo integrato nella famiglia e nella società in cui viveva, cercava di "sfogarsi" attraverso rapporti occasionali con altre donne che trovava attraverso la chat o che riusciva a conquistare tra le clienti acconsenzienti.

Lo psichiatra Calanchini ha però rilevato nel comportamento di Siciliano nulla di patologico, ma frutto della sua immaturità, incapace di approfondire i rapporti con una persona ma di limitarsi alla superficialità di un consumo "senza sentimento" come ha ammesso lo stesso imputato. Una caratteristica caratteriale emersa, quella di Siciliano, che porta a pensare che dietro alla sua simpatia di compagnone, non ci fosse, contrariamente a sua moglie, una personalità forte e risoluta. Al contrario Siciliano era indeciso, "teneva il piede in 40 scarpe" come ha detto la giudidice Balestra-Bianchi e costruiva il suo rapporto con la moglie con  sacco di bugie. Un rapporto che, anche con l'amante conosciuta a inizio 2010, P., la giovane dottoressa della clinica di Novaggio, si era da subito fondato con le parole non dette, le mezze verità nascoste e le bugie riguardanti la sua situazione familiare. "Un manipolatore" come ha sottolineato la giudice, ma che, vista la sua fragilità caratteriale, non è riuscito a convincere oggi. Non è riuscito a provare con determinazione che il rapporto con Beatrice era conflittuale e lacerato da litigi continui con la moglie in un rapporto paritario. E per convincere la sua nuova fiamma, contraria a giocare il ruolo dell'amante, le aveva promesso che avrebbe lasciato la moglie al più presto e avrebbero costruito un futuro insieme. Un rapporto extraconiugale nato quando la moglie stava portando avanti una gravidanza riuscita grazie a una cura ormonale e quattro aborti spontanei.

E lui, per paura di perdere p., le aveva nascosto questa gravidanza alla sua amante, inventando la storia di avere una moglie che lo tradiva con un altro uomo e che con la quale non aveva più rapporti intimi da due anni. E lui, nonostante fosse contrario alla cura ormonale, invece, ha accettato il desiderio della moglie di un figlio, mettendola incinta.

Tante contraddizioni di un Siciliano messo a nudo oggi davanti alla corte. Domani si riparte. A conclusione di questo primo giorno di processo, la giudice Balestra-Bianchi ha esortato l'imputato ad essere deciso e di rivolgersi alla corte con chiarezza. "Oggi ho sentito troppo poco di lei" ha esclamato il giudice. Domani si riparte alle 9,30 con la ricostruzione dei fatti che hanno portato a quel tragico 25 marzo: "E veda di farsi capire!" ha concluso il giudice.   

p.d'a.

 

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE